Riciclaggio per ben 2,6 miliardi di euro: è quanto ha scoperto la procura di Napoli, guidata da Nicola Gratteri, nell’operazione che ha portato a otto arresti all’interno di un’organizzazione criminale sgominata dalla Guardia di finanza.
Sono stati complessivamente sequestrati beni per 25 milioni di euro, tra cui 15 immobili a Vilnius (tra cui due appartamenti di lusso nel centro storico, due alberghi e un bar-ristorante), quattro immobili a Riga (due appartamenti di lusso), una villa a Ercolano con piscina e campo da calcio, un immobile a Portici, uno a Como e uno yacht. I clienti della banda sarebbero stati circa 6mila.
Operazione anti-riciclaggio a Napoli: parla Gratteri
Le ipotesi di reato, a vario titolo, sono di associazione per delinquere, riciclaggio, auto-riciclaggio, ricettazione, intestazione fittizia di beni, bancarotta per distrazione, omessa dichiarazione dei redditi, detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparecchiature e altri mezzi atti a intercettare o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche.
Una misura cautelare dello stesso tipo è in corso di esecuzione anche a Lecce nell’ambito di una squadra investigativa comune coordinata da Eurojust, alla quale prendono parte anche le autorità giudiziarie della Lettonia e della Lituania.
Come spiega in conferenza stampa il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, “questa indagine particolarmente sofisticata non l’avremmo potuta fare se fosse stato in vigore il disegno di legge in discussione in questi giorni”, poiché determinante è stata “la possibilità di sequestrare i telefoni e le reti utilizzate per gestire i rapporti”.
Secondo il procuratore di Napoli, se la possibilità di sequestrare i cellulari fosse stata concessa ai giudici e non agli inquirenti, “questa indagine non si sarebbe potuta fare”.