Naviga a vista il governo sul Superbonus. E riesce quasi a far peggio di chi l’ha preceduto. Nel fine settimana sembrava cosa fatta la riapertura dei termini (scaduti il 25 novembre) per presentare le Cilas e beneficiare del vecchio sconto al 110%, dopo il pressing arrivato anche dalla maggioranza, da FI alla Lega e persino FdI, che hanno presentato emendamenti al decreto Aiuti quater per estendere la scadenza a fine anno. Ieri la doccia fredda.
Il Governo naviga a vista sul Superbonus. Salta la riapertura dei termini per beneficiare della detrazione al 110%
“Non proroghiamo” il Superbonus anche perché “non è quello il problema. Il problema sono i crediti di imposta, stiamo tentando di trovare su questo una soluzione”, ha detto il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. “110% o 90% cambia che l’inquilino che deve fare 10mila euro di lavori prima non pagava niente e ora deve pagare 1000 euro. Si confondono i due temi che sono diversi.
Dobbiamo trovare un meccanismo per cui le banche possano prendersi questi crediti senza mandare all’aria i conti pubblici. Vale 60 miliardi, non può pagare lo Stato”. Insomma la crociata contro il Superbonus continua. Nonostante le imprese paghino pegno. La Cna ritiene che spostare in avanti, almeno al 31 dicembre, il termine per la presentazione della Cilas per usufruire del 110%, “è indispensabile per consentire a molti condomini e imprese della filiera delle costruzioni di realizzare interventi di riqualificazione già programmati e avviati, ad oggi fortemente penalizzati dalla mancanza di un periodo transitorio”.
Cna inoltre ribadisce l’esigenza di modificare la norma del decreto per le unifamiliari eliminando il limite del reddito a 15 mila euro per l’incentivo al 90% e rinnova la richiesta di trovare con urgenza risposte definitive al grave problema del blocco della cessione dei crediti che sta paralizzando migliaia di imprese del settore. Blocco che l’Abi bolla come “nodo gordiano” delle norme.
Per scioglierlo le banche – e l’idea è condivisa dall’Ance – suggeriscono di usare lo strumento degli F24. “I cassetti fiscali delle banche e delle società pubbliche similari sono pieni, – ha spiegato il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli – il governo nel decreto Aiuti quater ha allungato da 5 a 10 anni la possibilità di detrarre i crediti, le banche non hanno un problema: noi non contestiamo questo provvedimento segnaliamo però che le imprese delle costruzioni segnalano che un credito fiscale che si cede e che può essere recuperato invece che in 5 in 10 anni vale di meno”.