Quello su cui ci si interroga ora è come la sentenza della Corte di giustizia Ue, che ha respinto il ricorso degli ex europarlamentari sul taglio dei vitalizi, possa riflettersi su quanti in Italia dovranno esprimersi sulla stessa materia. Si dia il caso infatti che la sentenza dei giudici del Tribunale di Lussemburgo cada proprio una settimana prima che il Consiglio di Garanzia del Senato si riunisca e decida sull’istanza di sospensiva, depositata assieme al ricorso contro la sentenza della Commissione contenziosa che ha ripristinato i supervitalizi degli ex senatori e presentata dall’amministrazione di Palazzo Madama a firma del segretario generale, Elisabetta Serafin.
L’istanza mira a sospendere fino al giudizio d’appello l’esecutività del verdetto di primo grado congelando l’esborso degli arretrati spettanti ai senatori in pensione. Nel “secondo grado” del Senato non siede nessuno del M5S che della lotta “all’odioso privilegio” ha fatto una battaglia identitaria. L’unico componente pentastellato presente ha abbandonato il Movimento per aderire alla Lega: Ugo Grassi, che è anche il vicepresidente. Poi ci sono il presidente Luigi Vitali di Forza Italia, Alberto Balboni (FdI), Pasquale Pepe (Lega), Valeria Valente (Pd). Tra i primi a commentare il verdetto Ue è stato il presidente della Camera, Roberto Fico: “Una sentenza storica che evidenzia, nel merito e nel metodo, la bontà dell’architettura della delibera della Camera da me firmata”. A ruota si sono aggiunti altri big pentastellati.
“Il taglio dei vitalizi è giusto, sacrosanto”, dichiara il capo politico Vito Crimi. Parla di “privilegio medievale” il ministro degli Esteri ed ex leader del M5S, Luigi Di Maio. Che rivolge un appello a tutti gli ex parlamentari italiani: “Guardatevi attorno, il Paese sta attraversando una crisi senza precedenti, le risorse dello Stato devono servire a tutelare la salute degli italiani, a sostenere le imprese e il lavoro. Fate la cosa giusta e fatela con dignità: rinunciate al vitalizio”, conclude il titolare della Farnesina.
BATTAGLIA A 5 STELLE. Ma ad esultare è tutto il Movimento. “Tagliare certi costi, soprattutto in periodi come questo, è un imperativo”, dice Francesco D’Uva. “Solo in Italia continua a resistere questo residuato bellico della Prima Repubblica”, incita alla battaglia Tiziana Beghin, capodelegazione al Parlamento Ue. “Adesso a Palazzo Madama tocca al Consiglio di Garanzia mettere la parola fine a questa storia e siamo fiduciosi su un esito favorevole all’impianto proposto dal Movimento 5 Stelle”, afferma il capogruppo al Senato Gianluca Perilli. Di “ingiustizia dell’ancien régime” parla invece il presidente dei deputati pentastellati, Davide Crippa. “Ancora una volta il Movimento 5 Stelle fa da apripista a provvedimenti rivoluzionari che modificano alcune dinamiche giurassiche della politica e riavvicinano le istituzioni ai cittadini”, dice il ministro Federico D’Incà.
FUORI DAL CORO. Non commenta l’opposizione. Fa eccezione l’azzurro Francesco Giro secondo cui la Corte Ue non solo non sconfessa ma promuove la sentenza Caliendo che ha restituito i supervitalizi agli ex senatori. Protestano gli ex parlamentari: “Resta incomprensibile perché si debba alterare la verità e sono egualmente incomprensibili le avvilenti dichiarazioni di vittoria da parte dei grillini a cominciare dal Presidente della Camera”, scrive a nome dell’Associazione ex parlamentari, Giuseppe Gargani.