Ieri a Report si è parlato del falso dossier contro la trasmissione di Raitre portato in Parlamento da Italia Viva. Franco Bechis, direttore del Tempo, ha ricordato di averle ricevute ma di averle giudicate “palesemente false. Mi sembrava una polpetta avvelenata”.
Le mail tra Ranucci e Rocco Casalino? “False, una polpetta avvelenata”
Report parla anche del dossier oggetto di un’interrogazione di Luciano Nobili. Parla di una fattura da 45mila euro che la Rai avrebbe pagato a una società lussemburghese per la consulenza di un ex manager di Finmeccanica. Ovvero Francesco Maria Tuccillo. Franco Bechis, direttore del Tempo e Augusto Minzolini, oggi editorialista del Giornale, non risulta abbiano denunciato chi, tre mesi fa, consegnò loro il dossier finito poi ai detective di Italia Viva. Entrambi spiegano a Report di averlo ritenuto falso, mane usarono una parte su Rocco Casalino: si parlava di mail tra l’ex portavoce di Giuseppe Conte e Ranucci, chiamato “un conduttore Rai”, a proposito di contenuti da mandare in onda. Entrambi hanno smentito, nessuno mostra le mail.
Ranucci ricorda che Tuccillo “è stato trai manager di Piaggio Aerospace che più si sono opposti al nuovo management filoarabo, sponsorizzato dal governo Renzi. Fu proprio Renzi che aprì le porte di un’azienda strategica. perla sicurezza del Paese come Piaggio Aerspace, che produce tecnologia militare, agli Emirati Arabi. (…) Inoltre Tuccillo aveva contribuito a catturare Roberto Vito Palazzolo, in arte Roberto Von Palace. Ovvero il boss su cui aveva indagato Falcone e che da latitante in Sudafrica riciclava i soldi di Cosa nostra. E avrebbe aiutato Finmeccanica a vendere gli elicotteri”. Anche Tuccillo nega.
La società lussemburghese dice di non conoscerlo. Le fonti dei giornalisti sono protette dalla legge sul segreto professionale, infatti ci allarmiamo se sono esposte a perquisizioni e intercettazioni e a maggior ragione se finiscono nel mirino di un partito che gioca alla controinformazione sui giornalisti sgraditi. Sarebbe inquietante se la magistratura cedesse alla richiesta di Renzi di perquisire l’insegnante perché sostiene di essere stato “intercettato”, quando al più è stato filmato per 28 secondi in luogo aperto al pubblico, senza captare una parola.