Report torna in onda domenica 9 febbraio alle 20.30 su Rai 3 con le nuove inchieste della trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci. Si parlerà dell’università Niccolò Cusano e del suo fondatore, il sindaco di Terni Stefano Bandecchi, ma anche di caffè macinato. E si tornerà sull’inchiesta riguardante le spese dell’associazione in difesa degli animali di Michela Brambilla. Ecco tutte le inchieste e gli approfondimenti che vedremo nella puntata di Report di domenica.
Il Marchese del Grillo
Dopo aver sequestrato altri 2,6 milioni di euro all’università Niccolò Cusano, che si aggiungono ai 21 milioni già confiscati, la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio del suo fondatore Stefano Bandecchi per evasione fiscale. Un mese dopo il sindaco di Terni e leader di Alternativa Popolare ha annunciato la chiusura dei due canali televisivi di Unicusano licenziando 250 lavoratori: “colpa della magistratura e della Guardia di Finanza”, dice Bandecchi. Come sono andate veramente le cose? Lo racconta Luca Bertazzoni con la collaborazione di Marzia Amico.
Macinato formato famiglia
Bernardo Iovene, in collaborazione con Lidia Galeazzo, entra nel mondo del caffè. Normalmente scegliamo il caffè macinato affidandoci al gusto, sulle etichette troviamo indicazioni generiche sulla qualità, sulla conservazione e quasi nessuna sulle origini. Con un esperto Report ha fatto un’analisi olfattiva del caffè contenuto nei pacchetti da 250 grammi venduti al supermercato, dal più economico al più caro e dato delle indicazioni sulla conservazione del caffè macinato e sulla estrazione con la vecchia moka. Infine, è stata la denuncia di un dipendente di una grande azienda che attraverso foto e filmati ci mostra come verrebbe riciclato il caffè da capsule e pacchi scartati dal processo produttivo.
La regina delle scatole cinesi
Il servizio di Report sulle “spese allegre” della Leidaa, l’associazione in difesa degli animali di Michela Brambilla, ha scatenato un terremoto. Sono diversi gli esposti presentati in procura, tanti parlamentari si sono dimessi dall’Intergruppo per i diritti degli animali presieduto dalla Brambilla, ed è stato preannunciato un sit-in davanti alla sede della Leidaa per chiedere le dimissioni della parlamentare. Report è entrata in possesso di una nuova documentazione esclusiva che riguarda alcune attività di Michela Brambilla e che aprirebbe uno squarcio su un aspetto finora ignorato. Giulia Innocenzi, con la collaborazione di Greta Orsi e Giulia Sabella, torna sul caso.
La fabbrica dei dossier (contro Report)
Da alcune settimane il Giornale, di proprietà della famiglia Angelucci, sta provando a screditare Report, raccontando di un presunto legame tra la trasmissione di Rai3 ed Equalize, la società finita al centro di un’inchiesta della procura di Milano per attività di dossieraggio. Le accuse, basate su un verbale al momento secretato, sono state pubblicate da un giornalista già sospeso per i suoi rapporti ambigui con i servizi segreti, su un quotidiano che ha palesi conflitti d’interesse, di carattere innanzitutto finanziario, con alcuni tra i principali politici oggetto delle recenti inchieste di Report. Ne parla Giorgia Mottola, in collaborazione con Greta Orsi.
Lab Report: eccellenza a perdere
Si avvicina l’inizio del Festival di Sanremo, in cui grandi protagonisti saranno come tutti gli anni i fiori. Antonella Cignarale, in collaborazione con Paola Gottardi, Celeste Gonano ed Enrica Riera racconta qualcosa in più di questo mondo. Il festival di Sanremo sin dalla sua ideazione è legato ai fiori. Nasce, infatti, per rilanciare l’economia della Città dei fiori, storicamente riconosciuta come terra natia di ibridatori che hanno dato origine a varietà vendute in tutto il mondo. I 350 milioni di piante create fino agli anni ’80, però, adesso non ci sono più. Se da un lato la commercializzazione dei fiori di Sanremo si è estesa sul mercato internazionale, dall’altro ha obbligato gli ibridatori a creare varietà in grado di resistere in più climi diversi, dalla Cina, alla Colombia al Kenya, oggi diventati i maggiori produttori al mondo del settore. Questo ha scompigliato completamente le carte del commercio del fiore per molti ibridatori sanremesi che hanno abbandonato le serre e cominciato a vendere la loro attività alle multinazionali del fiore. Così tra sole e mare sulle colline di Sanremo svettano serre deserte, una cartolina che ricorda i terrazzamenti di limoni abbandonati lungo la costiera amalfitana. Qui i costi elevati, dovuti al rispetto di un rigido disciplinare di produzione del limone Costa D’Amalfi Igp, e un prezzo di vendita al chilo non sempre soddisfacente stanno mettendo a dura prova i coltivatori. L’eccellenza dell’oro giallo non riesce a contrastare la concorrenza interna ed estera che inonda i bancali dei supermercati, e il consumatore non ne percepisce spesso la differenza di qualità. Per resistere, ci sono famiglie di produttori che hanno riciclato la propria attività e sotto i pergolati di limoneti sono nati campeggi e tour degustativi per i turisti della costiera amalfitana