Gli incontri segreti dei parlamentari; le mediazioni dei politici italiani sugli affari del calcio; i viaggi pagati dai sauditi; le ingerenze politiche sul caso Regeni che arrivano fino alla presidenza del Consiglio di allora; le opache operazioni per ottenere l’assegnazione dell’Esposizione Universale del 2030 che si deciderà il prossimo 28 novembre a Parigi. Questo, e molto altro, andrà in onda domenica 29 ottobre alle 20.55 su Rai3 in una nuova inchiesta di Repor dal titolo “Desideri sauditi”, firmata da Daniele Autieri, in collaborazione con Federico Marconi e Carlo Tecce.
In onda domenica l’inchiesta di Report dedicata alle manovre dell’Arabia Saudita per ottenere l’assegnazione dell’Expo 2030
La trasmissione, condotta da Sigfrido Ranucci, parlerà del piano del Regno Saudita per conquistare una leadership geopolitica tra i paesi arabi e un consenso diffuso tra i paesi del blocco occidentale ha come obiettivo anche l’Italia, il primo paese dell’Unione europea che dal 2019 viene scelto per penetrare politicamente il Vecchio Continente. Un piano che Report ricostruisce con documenti e testimonianze finora inedite.
“Emergono attività di pressione e lobbying esercitate negli Usa, in Europa ma anche su parlamentari italiani”
“Per la prima volta – scrive Report annunciando l’inchiesta – emergono le attività di pressione e lobbying esercitate negli Stati Uniti, in Europa ma anche su parlamentari italiani, così come gli incontri a porte chiuse organizzati a Roma alla presenza di membri del governo saudita. Sullo sfondo il grande circo del calcio mondiale, dove l’Arabia Saudita ha trasformato la più grande e dispendiosa campagna acquisti nella storia in una strategia per la conquista del consenso globale, che ha coinvolto anche la Federcalcio e l’ex Ct della Nazionale Roberto Mancini”.
Oggi però il Principe ereditario Mohammad Bin Salman, prosegue Report, “deve fare i conti con le conseguenze degli attentati di Hamas del 7 ottobre, che avevano tra gli obiettivi anche quello di far saltare il dialogo di pace avviato tra l’Arabia Saudita e Israele con gli Accordi di Abramo, e che riaprono il dibattito sul ruolo della monarchia saudita nella regione”.