Le repliche di Report si faranno nel mese di luglio, per cinque lunedì, in prima serata su Rai 3. Ad agosto, invece, andranno in onda cinque puntare di Farwest, il programma di Salvo Sottile. La decisione della Rai sembra quindi tentare di accontentare tutti, ma equiparando di fatto due trasmissioni che per storia e share hanno ben poco in comune.
E che l’idea sia quella di accomunare le due trasmissioni non è di certo una novità, tanto che persino la scenografia di Farwest richiama (come si vede nella foto) quella di Report.
Il futuro di Report
C’è poi un’altra questione, che è quella del futuro di Report e del suo conduttore, Sigfrido Ranucci. Proprio quest’ultimo oggi su Facebook ha pubblicato un articolo in cui si parla del suo possibile addio alla Rai, ma nel post ha assicurato: “A partire da domenica 21 aprile, dalle 20.55 su Rai3 Report sarà ancora in onda. Almeno fino a giugno”.
L’ipotesi di un nuovo doppio addio, di Ranucci insieme anche a Federica Sciarelli, preoccupa l’Usigrai. “Indiscrezioni di stampa danno per imminente l’addio alla Rai anche di altri due volti importanti dell’azienda, Sigfrido Ranucci e Federica Sciarelli. Due professionisti che per Usigrai sarebbero una perdita ancor più dolorosa perché si tratta di giornalisti interni da sempre impegnati nella ricerca della verità attraverso inchieste che hanno fatto la storia dell’azienda”, afferma in una nota il sindacato dei giornalisti Rai.
Un comunicato in cui si commenta anche l’ipotesi di cancellare le repliche di Report dal palinsesto estivo, ora rientrata con l’accordo delle ultime ore. L’Usigrai prosegue: “Ci chiediamo se il mandato di questo vertice – che il Governo si appresta a riconfermare, almeno in parte – sia quello di distruggere la Rai. Si fanno investimenti fallimentari, si chiedono sacrifici ai dipendenti, si taglia il budget delle redazioni con ripercussioni inevitabili sulla qualità del prodotto e al contempo si perdono pezzi importanti dell’identità Rai, con gravi danni per gli ascolti e il bilancio”.
Per il sindacato si tratta di una “situazione inaccettabile sia per il tradimento della missione della Rai servizio pubblico, sia dal punto di vista sindacale per la progressiva riduzione del perimetro occupazionale che le scelte del vertice comportano”.