L’obiettivo è quello di portare a casa l’accordo più ampio possibile. Così nessuno avrà da ridire sulla legge elettorale. Ma Matteo Renzi ha già in tasca una certezza: sul sistema tedesco l’intesa con Silvio Berlusconi è pronta. Solo che il segretario del Partito democratico vuole di più: siglare un patto pure con il Movimento 5 Stelle, facendo firmare a Beppe Grillo la condanna a essere minoranza. Sì, perché se il modello che elegge il Bundestag dovesse essere importato in Italia, i pentastellati avrebbero poche speranze di poter governare rifiutando qualsiasi tipo di alleanza. Con quel proporzionale, infatti, neppure il 40% dei voti darebbe la possibilità di ottenere una maggioranza. L’esempio delle elezioni in Germania del 2013 è chiaro: la Cdu/Csu di Angela Merkel, pur avendo conquistato il 41,5%, e aver distanziato di oltre 15 punti i socialdemocratici, ha dovuto lavorare a un’alleanza post elettorale proprio con gli avversari. Per questo motivo Grillo ha ipotizzato la correzione con un premio di maggioranza aggiunto al sistema tedesco puro. Per Renzi sarebbe un capolavoro: con quella legge elettorale vedrebbe legittimata una coalizione a urne chiuse anche con Forza Italia, che nonostante le schermaglie di facciata resta l’interlocutore privilegiato. Non a caso il Pd ha accettato l’iniziativa berlusconiana di mettere sul tavolo un sistema in sala berlinese per ripartire da quella base. Pagando il prezzo di sacrificare il Rosatellum.
Prove di accordo – Il M5S ha ieri inviato la propria delegazione alla Camera per il confronto con il Pd. “Il nostro obiettivo è quello di evitare che i partiti partoriscano l’ennesima legge incostituzionale, dopo il Porcellum e l’Italicum. Adesso chiediamo a tutte le altre forze di assumersi le loro responsabilità davanti ai cittadini”, hanno dichiarato i 5 Stelle Vito Crimi, Roberto Fico e Danilo Toninelli. I parlamentari del M5S hanno avanzato la loro proposta sulla base della votazione fatta sul sito di Grillo. Tra i dem c’è un cauto ottimismo: “È andato tutto bene”, hanno riferito i capigruppo di Camera e Senato, Ettore Rosato e Luigi Zanda. Nulla di più. Del resto se dovessero venire meno i 5 Stelle, si potrebbe andare avanti con la sponda di Forza Italia. A sintetizzare lo scenario è Pippo Civati, fondatore e deputato di Possibile: “Sono soddisfatto a metà, io sono un sostenitore del Mattarellum. Ma sicuramente il sistema tedesco rispetto all’Italicum è un sogno. Renzi fa un favorone a Berlusconi e Grillo e si candida a governare con Berlusconi”.
Prime defezioni – La proposta, però, non trova tutti d’accordo. Campo progressista, il progetto dell’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, ha mostrato il pollice verso: “Siamo negativamente colpiti dalla convergenza di molte forze, di destra e di sinistra, verso una legge elettorale che condurrà a un governo di larghe intese di cui questo Paese non ha bisogno e che allontanerà sempre più dall’impegno politico il popolo del centrosinistra”. Ma anche l’attuale alleato del Pd, Alternativa popolare di Angelino Alfano, è molto irritato: “Non c’è nessuno incontro con il Pd”, ha detto il capogruppo alla Camera, Maurizio Lupi. E il ministro degli Esteri ha lanciato un messaggio: “Parleremo a tempo debito”.
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