A parole sembra convinto. E si dice certo di vincere di nuovo il braccio di ferro con l’Unione europea. Come se già avesse battuto in passato Bruxelles. Ma Matteo Renzi, in piena fase di promozione del suo libro Avanti, ha mostrato ancora i muscoli in tema di deficit e di superamento del Fiscal compact. “Nei fatti questa operazione è il secondo tempo della battaglia sulla flessibilità. E fateci caso: le reazioni degli europei sono le stesse, identiche anche nelle parole, alle reazioni di tre anni fa. Quando iniziammo a parlare di flessibilità tutti ci guardarono come fossimo pazzi. Tutti ci dissero: sarà impossibile, è contro le regole. Eppure l’Italia ce l’ha fatta, abbiamo ottenuto il risultato. Ce la faremo anche stavolta, amici”, ha scritto l’ex presidente del Consiglio sulla propria pagina Facebook. Dopo la chiusura del presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, il segretario del Pd non ha tirato i remi in barca. Anzi ha sfruttato il fatto di non ricoprire ruoli istituzionali: può quindi straparlare.
Pure il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, con un esercizio di equilibrismo, ha evitato il discorso. “Mi state chiedendo un commento su un giudizio espresso esteriormente al governo”, ha detto ai giornalisti che chiedevano un commento alla proposta di Renzi. Poi, proseguendo con il suo slalom delle polemiche, ha annunciato le prossime mosse di Palazzo Chigi: “Non c’è dubbio che questo Governo produrrà una legge di bilancio in coerenza con quello che è stato fatto. Per la semplice ragione che, a mio avviso, quello che è stato fatto va nella direzione giusta. In termini di più crescita e meno debito”. Dalle opposizioni non è passata inosservata la cautela dell’Esecutivo. “Perfino Calenda e Padoan hanno espresso qualche riserva in merito alle proposte di Renzi: l’ex premier ultimamente non ne azzecca una, e adesso è stato addirittura sbugiardato dai suoi stessi ministri”, ha attaccato l’eurodeputato di Forza Italia, Stefano Maullu. Mentre Debora Bergamini ha polemizzato su un altro versante: “È difficile credere alla voce grossa di Renzi in Europa. Almeno se parliamo dello stesso Renzi che aveva avallato l’invasione dell’Italia attraverso il programma Triton e che da presidente del Consiglio ha votato Sì alle decisioni del consiglio dell’Ue 148 volte su 148”.
L’ex compagno di partito e ora esponente di Articolo 1, Roberto Speranza, ha osservato: “Il punto poi è come si decide di usare i soldi: noi crediamo che bisogna puntare sugli investimenti e non all’abbassamento delle tasse” Se è serio allora si cominci a inserire la flessibilita’ nella prossima legge di bilancio, penso a uno 0,5% del pil sugli investimenti”. Il segretario del Partito democratico ha rilanciato la sfida con convinzione: “Questa scelta – alla quale stiamo lavorando da anni, non è una trovata last minute – può essere realizzata solo se l’Italia è forte, con un governo di legislatura davanti. Vantaggi: una riduzione di almeno trenta miliardi di tasse, da decidere in modo intelligente e selettivo per continuare il lavoro iniziato con la flessibilità”.