Un altro rottamato torna di gran carriera sulla scena, dando il suo colpetto a Matteo Renzi. L’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha infatti bocciato l’ipotesi di elezioni anticipate, tanto cara al segretario del Partito democratico. “Ho sempre considerato l’ipotesi di elezioni anticipate una prospettiva poco probabile e, in questa fase, politicamente sbagliata. A maggior ragione, ora, credo che il governo italiano debba avere la tranquillità necessaria per affrontare questi temi”, ha affermato il Professore, facendo asse addirittura con il suo grande nemico Massimo D’Alema, capofila della battaglia anti-renziana, condotta – seppur su vari versanti – da altri esponenti del Pd, come Pier Luigi Bersani e Michele Emiliano.
L’ex numero uno della Commissione europea ha lanciato così la palla in tribuna: “La sfida delle due velocità (dell’Europa, ndr) interpella tutto il Paese e l’Italia deve tornare a diventare un protagonista attivo della politica europea”. Così Prodi ha riproposto un suo vecchio pallino: un progetto a lunga scadenza, senza furie rottamatrici. “Il problema dell’Italia è la demoralizzazione della società, che non crede più in se stessa. Per aggiustare queste cose, ci vuole il cacciavite. E una politica di lungo periodo, che abbia una sua continuità”, ha sottolineato, tracciando l’identikit perfetto per chi merita di stare a Palazzo Chigi: in pacato, quasi invisibile, Paolo Gentiloni. Che qualcuno propone proprio come il “nuovo Prodi”.