Chissà quanti aperitivi circoleranno in occasione dell’imminente rito renziano della Leopolda. Certo, l’attenzione sarà tutta proiettata sulla sfida del referendum costituzionale del 4 dicembre, ma il tempo di fare un brindisi ci sarà senz’altro. E con il nuovissimo finanziatore entrato nella grande famiglia della fondazione Open, quella che organizza la kermesse renziana, c’è da scommettere che un bicchierino non sarà negato a nessuno. Che cosa succede esattamente a qualche settimana dall’appuntamento? Si dà il caso che, in base agli ultimi aggiornamenti, tra i finanziatori della fondazione Open sia entrata una società di nome Alicros Spa. Mischiato in mezzo a tante altre sigle, comprese quelle dei soliti parlamentari Pd che non fanno mai mancare l’obolo, questo nome potrebbe sembrare destinato a non suscitare particolari suggestioni.
IL DETTAGLIO – E invece basta scavare un pochino per rendersi conto che Alicros Spa è la holding della famiglia Garavoglia che ha in mano il pacchetto di maggioranza (51%) di Campari, il colosso delle bevande alcoliche e analcoliche quotato in Borsa. Poi qualcuno si potrà anche chiedere come mai il gruppo abbia deciso di inserirsi tra i finanziatori della fondazione Open, nel cui consiglio siedono i renziani Alberto Bianchi, Maria Elena Boschi, Marco Carrai e Luca Lotti, non con il nome del “marchio” aziendale più famoso, ma con quello un po’ più nascosto della holding di controllo. Un fatto è certo: il gruppo Campari adesso è tra coloro che hanno voluto dare un segnale all’ente che organizza l’evento renziano per eccellenza. In questo caso la holding che controlla Campari ha staccato un assegno da 30 mila euro. Ma il dato che conta, come del resto per molti altri sostenitori della fondazione, non è tanto la cifra quanto l’identità di chi versa il contributo. Naturalmente tutto legittimo. Semmai la curiosità è andare a vedere un po’ quali sono gli argomenti sensibili che interessano il gruppo Campari, presieduto da Luca Garavoglia, nelle interlocuzioni con i rappresentanti delle istituzioni.
IL PUNTO – Per esempio non ci si allontana dalla realtà se si fa notare come le accise, che incidono molto sui prodotti alcolici, rappresentino un argomento molto a cuore della Campari. Che come tutto gli operatori del settore segue con fibrillazione ogni movimento che il Governo imprime a questo tipo di balzello. Senza contare che adesso inizia il solito Vietnam parlamentare della legge di stabilità. E se l’aumento delle tasse, indotto con le famigerate clausole di salvaguardia, è rientrato per l’ennesima volta, non è mai il caso di abbassare la guardia. Perché la movimentazione delle accise è uno di quei jolly che Governi di ogni colore, come insegna anche la più recente storia repubblicana, non hanno mai rinunciato a utilizzare. Ma in realtà sono anche altri i settori, in primis fiscali, di potenziale interesse per Campari.
Twitter: @SSansonetti