L’obiettivo è fissato: andare al voto il prima possibile. Perché ogni giorno che passa, il Pd rischia di perdere voti e poi bisogna capitalizzare la crisi romana del Movimento 5 Stelle. Il periodo ideale per Matteo Renzi sarebbe metà aprile in modo che – secondo i suoi sogni – si possa presentare al G7 di fine maggio in Giappone da capo del Governo con la benedizione delle elezioni attraverso la legge elettorale che porta il nome del capo dello Stato: il cosiddetto Mattarellum. L’ex presidente del Consiglio ha tracciato la sua personale rotta con il discorso all’assemblea del Partito democratico. Al massimo il Rottamatore è disposto a tirare avanti fino a giugno, visto che dovrà pure combattere contro “il partito del vitalizio”, quella pattuglia parlamentare che punta a far sopravvivere la legislatura fino a settembre, mettendo al sicuro i contributi per il vitalizio. Pur di fissare i paletti, Renzi ha siglato una tregua, armata, con la minoranza dem.
Ritorno al passato – L’ex capogruppo alla Camera, Roberto Speranza, sostenuto pienamente da Pier Luigi Bersani, ha incassato una doppia concessione: oltre alla proposta del Mattarellum come legge elettorale, sponsorizzata proprio dai bersaniani, ha ottenuto il rinvio del congresso del Pd all’autunno del 2017. Di più non si poteva fare. Anche perché tra i fedelissimi di Matteo il pensiero di Roberto Giachetti è condiviso: la sinistra continua ad abitare in una casa in cui non gli piace nulla. “È più ragionevole avviare un discorso con il progetto di una sinistra di Governo avviato dall’ex sindaco di Milano Pisapia che cercare dialogo con loro”, spiega una fonti renziana.
Piano interno – Al di là dei pochi punti di contatto, come sulla legge elettorale, le divergenze sono quindi profonde. Il segretario ha annunciato la riunione, domani, della segreteria per cambiare un organismo finora rimasto fermo come una sfinge. Il primo passo è la rivoluzione al suo interno: Renzi, nell’ottica di un rapido ritorno al voto, vuole mettere in squadra nomi pesanti. Il rinnovamento, secondo quanto apprende La Notizia, interesserà lil 75% dei componenti di Largo del Nazareno. “Nasce il Governo ombra”, ha ironizzato un esponente del Pd per sintetizzare il piano del Rottamatore. Uno dei nomi da mettere in rampa di lancio è quello dell’ex sindaco di Torino, Piero Fassino, che aumenterebbe il peso specifico del team renziano. Al suo fianco sono pronti altri giovani primi cittadini, come Matteo Ricci di Pesaro, Carlo Marino di Caserta, Giuseppe Falcomatà di Reggio Calabria. Dal progetto saranno invece esclusi i sindaci big, Giuseppe Sala (Milano) e Virginia Merola (Bologna), visto che sono già impegnati con un ruolo forte. Ma va avanti anche il corteggiamento dell’ex nemico Gianni Cuperlo il deputato triestino sta smorzando sempre più i toni, acquisendo un crescente credito presso il leader dem.
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