Matteo Renzi domenica sera era seduto a tavola insieme a Matteo Salvini, ospiti per un compleanno in una villa dei Castelli romani. Una cena senza significati politici, secondo quanto racconta il Giornale. Ma che invece potrebbe nascondere qualcosa in relazione al governo Draghi.
La cena tra Renzi e Salvini
Perché in realtà, racconta il quotidiano, sul piatto qualcosa di politico c’è comunque. Renzi, che continua a rivendicare l’arrivo di Draghi a Palazzo Chigi come un suo successo, è convinto che Enrico Letta sia tentato di far saltare il banco del governo. Visto che un voto anticipato gli permetterebbe di ridisegnare i gruppi parlamentari.
Tanto che Renzi arriva a lasciarsi scappare che «se continua di questo passo» saranno proprio i deputati e senatori del Pd a «farsi sentire». Non è un caso, dunque, che il segretario dem continui a spingere sul tema delle riforme («porteremo le nostre idee e troveremo la miglior sintesi», ha ribadito ieri). Ben sapendo che è quasi impossibile trovare un punto di caduta che tenga insieme tutta la maggioranza su un tema come il fisco. E non solo sullo specifico punto della tassa di successione sui patrimoni milionari, ma più in generale sull’approccio alla materia.
Intanto nei giorni scorsi Renzi ha profetizzato la fine del grillismo: “Il grillismo è morto. Nascerà una nuova cosa, con un nuovo simbolo e una battaglia tra Conte e Di Maio sulla leadership, ma nulla sarà come prima”. Il senatore di Rignano, però, rischia di trovarsi in netta minoranza nello schema di alleanza che si sta prefigurando già alle Comunali: quello tra Pd, M5S e Leu. Schema che vede Di Maio e Conte in piena sintonia. “Gaetano (Manfredi, ndr) ha la mia stima, è una persona preparata e in grado di risollevare Napoli. Sono certo che darà il massimo per rilanciare la città. Adesso dobbiamo sostenerlo tutti in maniera decisa e compatta. Giuseppe ha fatto un ottimo lavoro”, spiega Di Maio visitando gli studi Rai del capoluogo campano.
Le alleanze nelle città
Per ora, tuttavia, Napoli resta un unicum. A Milano, Conte – che in settimana ha visto i consiglieri locali del M5S – punta ad un’intesa con Beppe Sala già al primo turno ma il sindaco, almeno per ora, frena. A Torino, a dispetto di chi vincerà le primarie, una parte del Pd locale resta fermamente contrario ad un’alleanza con il Movimento. A Roma Pd e M5S rischiano di annullarsi vicendevolmente. “Noi diamo un giudizio non positivo del sindaco uscente, io spingo per Gualtieri”, sottolinea Enrico Letta rimarcando, tuttavia, di non sentirsi tradito da Conte per il suo placet a Virginia Raggi: “è una scelta che ho ritenuto naturale”.
I prossimi giorni, sul fronte Comunali, saranno decisivi anche per il centrodestra. Martedì i leader di Lega, Fdi e Fi torneranno a riunirsi dopo il rinvio del vertice causato dalla nascita di Coraggio Italia. “Abbiamo un problema di abbondanza con i candidati”, sottolinea Matteo Salvini rilanciando la sua leadership nei confronti di Giorgia Meloni. “Ho sentito Berlusconi e abbiamo parlato del futuro del centrodestra, ho tante idee”, annuncia il leader della Lega mentre la presidente di Fdi vola a Varsavia per una cena con il premier polacco Mateusz Morawiecki e il leader di Vox Santi Abascal. Ed è una Meloni sempre più in sella ai sondaggi. Anche se Salvini la avverte sulla leadership: “il primo partito è la Lega”.