Sembra proprio un cinepanettone natalizio questa trasferta di Matteo Renzi a New York City. Ricordate il suo inglese stentato che fece deliziare milioni di persone nel mondo? Ora “l’uomo che sussurrava all’Arno” è tornato. Certo non si fa più le belle magnate alla casa Bianca con Obama insieme al furbo Roberto Benigni e gentile consorte, poiché ora con il 2% non lo vuole incontrare neppure il vice-capo portinaio dell’illustre magione presidenziale, ma business is business e per un (finto) uomo di sinistra come lui il dollarone conta ancora, eccome.
Ed eccolo quindi che il 3 novembre scorso si è recato nella Grande Mela e più precisamente a Wall Street per quotare in borsa la sua società di car sharing Delimobil, con sede rigorosamente in a Mosca (altro che made in Italy) e di cui lui è consigliere di amministrazione. La società è guidata da un capitano coraggioso della imprenditoria e cioè Vincenzo Trani che poi sarebbe quello che paga e sgancia un milione di euro per retribuire tutto il Cda.
Il Trani, oltre che per la società anzidetta, è anche noto per aver fondato una società finanziaria di microcredito che si chiama Mikro Capital. Il Trani si è anche vaccinato, in piena sintonia con il Cremlino, con il vaccino Sputnik che cercò di far produrre in Italia, proposta poi clamorosamente bocciata dall’Ema. Intanto Matteo quando non è a Riyad a qualche evento organizzato dal Future Investment Institute dell’emiro dittatore Bin Salman, è a New York a spassarsela a Wall Street.
Nel frattempo è risultato assente in Senato in diverse occasioni importanti così, tanto per tradire un po’ la fiducia degli italiani che lo hanno votato proprio in quella istituzione che lui voleva abolire. E poi ci sono le uscite esilaranti come quella che fece il giro del mondo quando nella famosa intervista parlò di un fantomatico “rinascimento arabo” che dovrebbe essere realizzato proprio da quel bel soggetto di cui si vanta di essere amico e cioè sua sultanezza Bin Salman.
IL CHIODO FISSO. Interrogato al proposito Renzi si è mostrato come al solito caparbiamente recidivo e finemente esperto nell’arte tafazziana di martellarsi da solo gli zebedei e così rispose: “Lo ridirei. Sono molto convinto che la questione sul nuovo rinascimento arabo sia un tema molto interessante”.
Insomma, dopo le polemiche mondiali insiste segno evidente che l’uomo è di coccio. Ma siccome – come dicevamo – Renzi assomiglia sempre di più a Provolino, il pupazzo che Raffaele Pisu si portava dietro- non ha resistito all’ennesima battuta provocatoria: “se uno come Vincenzo Trani, il fondatore di Delimobil, chiede il reddito di cittadinanza va bene, se viene a quotarsi a Wall Street ci sono polemiche”.
Insomma l’ex sindaco di Firenze mette sullo stesso piano il riccone Trani che va a quotarsi a Wall Street e un poveraccio che con 500 euro non arriva a fine mese e questo per mostrare come ormai Renzi non solo non ha più niente a che fare con la sinistra –se mai ne avesse avuto nel passato- ma che anzi è una quinta colonna della peggiore destra affarista mondiale. Altro che Partito democratico Usa, Renzi dovrebbe diventare socio di quello Repubblicano. Altro che le cenette con Obama, si dovrebbe fare una rude bisteccaccia con Trump.
Pensare che un tipo simile sia stato il segretario del Partito democratico ed abbia pure fatto il premier mette i brividi e forse fin troppo bene ci è andata. E poi il senatore continua imperterrito: “Uno che si quota a Wall Street merita rispetto” e i giornalisti presenti non capiscono se stia parlando di sé stesso o del suo amico riccone Trani, questo perché –come noto- l’ex premier spesso parla di sé in terza persona, come tutte le persone che si credono importanti. Resta invece per lui la triste realtà di essere a capo di un partitello che fa numeri da prefisso telefonico o giù di lì.
Una bella differenza da quanto veleggiava leggiadro e leggero al 40% con voti che aveva infinocchiato agli italiani che vedevano il lui il “Blair del Mugello”. Ora comunque da New York Renzi ci fa sapere che il car sharing è una scelta ecologica per il futuro magari imbeccato da quel “Lucianone” Nobili che per anni ha fatto greenwashing con l’ambiente. Strano comunque che questo annuncio “verde” da NYC arrivi proprio a fagiolo essendo da poco conclusa la Conferenza sul Clima di Glasgow.
Conoscendo Provolino Renzi c’è da scommetterci che lo strano tempismo non sia affatto casuale e che dietro ci sia il tentativo di sfruttare –ancora una volta- una problematica mondiale come i cambiamenti climatici per meri interessi di bottega.