dalla Redazione
Il governo farà di tutto per “risolvere rapidamente la vicenda”. Con un unico obiettivo: “riportare in Italia i due marò”. Il premier Matteo Renzi torna a ribadire in aula alla Camera l’impegno dell’esecutivo sui due fucilieri poco dopo aver incontrato la moglie e la compagna di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Ma a chiarire la linea italiana, certo che non cambierà con l’arrivo di Renzi, e’ l’inviato del governo Staffan De Mistura: “Vanno giudicati in Italia. Comunque sia, devono tornare in Italia. Su questo credo che questo governo, come i governi precedenti, non mollerà mai”. Dalla telefonata ai marò fatta appena ricevuto l’incarico, all’incontro con le mogli, il premier ha dato da subito segnali molto chiari sul fatto che lo spinoso dossier rappresenta una priorità per il governo. E che non intende “mollare”. Ma i nodi da sciogliere restano ancora molti. E accelerare i tempi sembra davvero difficile. La stessa strada dell’arbitrato internazionale, una delle carte che il governo intende giocare, richiede comunque una serie di passaggi che di certo non accorcerebbero i tempi. Anzi. Per questo Renzi, intende premere l’acceleratore sull’internazionalizzazione della vicenda, come precisato ieri da Palazzo Chigi, anche per aumentare il pressing sull’India per riuscire a farli giudicare in Italia, senza dover ricorrere all’arbitrato. Strada difficile ma non impossibile, assicura chi è vicino al dossier, ora che anche l’opinione pubblica indiana inizia a storcere il naso dopo gli interventi dell’Unione europea e della Nato di solidarietà verso l’Italia.
Certo, resta il nodo elezioni, che in India si terranno ad aprile. Ma due mesi, dopo oltre due anni di attesa, non rappresentano un orizzonte eccessivamente lontano. E’ indubbio però che la componente elettorale continua ad avere il suo peso. Basta vedere il battibecco a distanza tra la destra, che oggi ha accusato il governo di aver ceduto alle pressioni italiane escludendo la possibilità di giudicare i marò in base alla legge antiterrorismo e il ministro degli Esteri che ha subito risposto accusando l’ex sottosegretario all’Interno – di destra – di aver di fatto creato lo stallo attuale autorizzando a suo tempo la Nia a ricorrere a tale legge. Per ora quel che è certo è che il governo intende proseguire sulla strada tracciata da Letta, come dimostra la conferma di Staffan de Mistura, ma “con una marcia in più”, si sottolinea, cavalcando anche “il vento favorevole creato dagli appoggi internazionali e dalle voci contrastanti che iniziano ad arrivare dalla stessa Delhi”. L’unica grande perplessità: De Mistura è lo stesso che sta seguendo il caso da due anni…