Tre indizi non fanno una prova ma suggeriscono un ragionamento. La morte di Berlusconi ha galvanizzato Matteo Renzi e la sua galassia politica e editoriale. Incapace di dissimulare l’acquolina in bocca Renzi ci fa sapere con un’intervista a QN che “nulla sarà più come prima” accusando il Pd (che lui chiama sinistra) di avere “mostrificato Berlusconi agli occhi della gente”.
La morte di Berlusconi ha galvanizzato il leader di Italia Viva Matteo Renzi e la sua galassia politica ed editoriale
Il messaggio in codice alle truppe è chiaro: “è arrivata la nostra occasione, armateci e partite”. Così mentre si intesta la battaglia moralista dei funerali di stato che non vanno contestati (“è una vergogna, polemiche meschine”, declama), confondendo come suo solito il piano politico e personale, il leader di Italia Viva ci tiene a sottolineare che Berlusconi “non ha successori perché uno come lui, nel bene o nel male, nasce ogni cento anni”. Sottotesto: non è in Forza Italia il futuro degli ex berlusconiani.
E poi c’è il solito non detto, ovvero che il futuro di quel campo potrebbe essere solo lui, Matteo. Il quotidiano di cui Renzi è direttore, Il Riformista, concorre per il miglior mausoleo giornalistico in questi giorni di lutto collezionando elogi, agiografie, strazianti ricordi e sguinzagliando i suoi giornalisti alla ricerca della bandiera troppo poco a mezz’asta o della voce discordante da impallinare.
Il leader di Italia Viva invita anche la politica italiana a fare “tesoro dell’europeismo” di Berlusconi (chiedere a Mario Monti) e “la sua lezione sulla tesse” (non male per un pregiudicato per evasione fiscale). Alla fine sbotta perfino il senatore forzista Francesco Paolo Sisto: “Renzi? Da intelligenza a affidabilità ce ne passa”. Ha fatto perdere la pazienza anche ai belusconiani.