“Renzi torna a casa” titola Repubblica, dimenticando che “casa” non è propriamente quel luogo che si bombarda tutto il giorno. Eppure Matteo Renzi invitato dalla sindaca del Pd di Empoli alla festa dell’Unità della città, è una notizia che viene appoggiata come il ritorno del figliol prodigo da certa stampa.
Renzi ammette il giro di manovre per far fuori il Governo Conte.
Renzi dal canto suo ci tiene a svelare il mistero che dovrebbe tenerci con il fiato sospeso: “Perché è la prima volta che torno a un evento Pd dalla scissione del 2019? La verità – spiega – banalmente è che non mi avevano mai invitato: ma avevano ragione, non ci prendiamo in giro. Sono passati due anni e credo che ormai sia chiaro a tutti che quello che è accaduto aveva un senso”.
E quale sarebbe il senso? Leggete qua: “Quando Salvini dal Papeete aprì la crisi di governo dissi: ‘L’operazione con i Cinque stelle la faccio ma lascio il Pd’. Non avrei mai potuto avere la libertà di movimento per fare quello che ho fatto dopo insieme agli amici di Iv. Il Pd, per cui provo un grande rispetto che nasce dall’aver condiviso tante battaglie insieme, non mi avrebbe mai consentito di fare la battaglia pancia a terra per mandare a casa Conte e portare Draghi”.
Insomma, Renzi ci dice che ama così tanto la democrazia da fondarsi un partito tutto suo per poter fare ciò che più gli piace. E ci fa sapere di averlo fatto per il bene del Paese e del Pd, a cui getta l’amo per riappacificarsi. Mica rientrandoci, ovvio, sempre dalla sua comoda dependance senza voti ma con un ingombrante capo. Che è lui.