Definitivamente sepolto l’accordo tra Carlo Calenda e Enrico Letta, con lo strappo segnato ieri dal primo, al leader di Azione non resta, dunque, che finire dritto dritto tra le braccia di Matteo Renzi, perché senza un simbolo dovrebbe raccogliere 24mila firme per presentare le sue liste. E nelle ultime ore i segnali di riavvicinamento, tra i due leader, non mancano.
“La telenovela delle alleanze sta per finire, fortunatamente. Domenica vanno consegnati i simboli” scrive il leader di Iv, Matteo Renzi, nella sua eNews di oggi: “Quest’area riformista, questo terzo polo, nel Paese c’è. A chi mi domanda: ma che farete con Calenda, ora che Azione ha rotto il patto con il PD? Rispondo semplicemente che noi ci siamo. E siamo disponibili a dare una mano perché l’obiettivo di fare il Terzo Polo richiede generosità e impegno”.
Renzi: “Se Calenda ci sta, noi ci siamo. Se Calenda preferisce andare da solo, non lo capisco ma lo rispetto e gli faccio i migliori auguri”
“Se Calenda ci sta – scrive ancora Renzi -, noi ci siamo. Se Calenda preferisce andare da solo, non lo capisco ma lo rispetto e gli faccio i migliori auguri. Non è un problema di firme o di liste: è un problema politico. La scelta è chiara. C’è una casa comune a Bruxelles, che si chiama Renew Europe. Se vogliamo costruirla anche in Italia, noi siamo della partita. Altrimenti amici come prima, ma nessun teatrino mediatico come quello di questi giorni” .
La replica di Calenda: “Leader del terzo polo? Ringrazio Renzi, sono parole molte generose. Ci parleremo”
“Leader del terzo polo? Ringrazio Renzi, sono parole molte generose. Ci parleremo, cercheremo di offrire all’Italia qualcosa di serio e chiaro” la replica di Calenda, ospite di Morning news. “Dietro al possibile matrimonio con Renzi – dice il leader di Azione – non c’è il problema delle firme, ho risolto in Europa, c’è la possibilità di cercare di capire qual è la cosa più convincente per gli italiani”.
“Letta dice che ho fatto un regalo alla destra? Dicono sempre la stessa cosa, la nostra campagna elettorale si chiamerà, come quella di Roma, ‘l’Italia sul seriò”, aggiunge Calenda. Con Renzi ci stiamo parlando da ieri e ci riparleremo oggi, l’unica cosa importante è ci sia chiarezza sui temi”, sottolinea.
Calenda ricorda come “i rapporti con Renzi sono stati conflittuali da quando facevo il ministro con lui, il problema oggi è se si trova la quadra sui temi e sulla modalità della campagna elettorale, non si deve andare sul personale, non è un regolamento dei conti, dobbiamo governare il Paese”.