La frequentazione tra Matteo Renzi e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman presto potrebbe trovarsi davanti un ostacolo. Il caso degli incarichi al leader di Italia Viva nell’ente per lo sviluppo di Bin Salman è figlio di un vuoto normativo nel Senato. Un rapporto del Consiglio d’Europa chiede all’Italia di inserire nuove leggi per limitare il fenomeno delle “porte girevoli”.
Renzi e Bin Salman: il Senato prepara il codice etico
E oggi La Stampa spiega che a Palazzo Madama qualcosa si muove. L’Italia infatti è uno dei pochi paesi a non avere una legge che disincentivi gli incarichi. Anche se l’ex ministro dell’Economia Piercarlo Padoan si è dimesso da deputato per entrare nel consiglio di amministrazione di Unicredit e l’ex ministro dell’Interno, Marco Minniti ha lasciato il Parlamento per assumere la guida della fondazione Med-Or, nuova creatura di Leonardo, il colosso della Difesa e dell’aerospazio.
Poi c’è Matteo Renzi, che non è nemmeno un ex, almeno non ancora, visto che continua a svolgere il suo mandato a Palazzo Madama. Dove non esiste uno straccio di codice etico che disciplini il comportamento dei senatori. Ci sono alcune proposte di legge che provano a intervenire su questo fenomeno. Sono quelle presentate da Anna Macina del M5s, nel frattempo diventata
sottosegretaria alla Giustizia, e da Francesco Boccia ed Emanuele Fiano del Pd. Proposte poi raggruppate in un testo base da Giuseppe Brescia, presidente M5s della commissione Affari costituzionali della Camera. È fermo lì da parecchi mesi.
E, soprattutto, punta a limitare questo tipo di consulenze solo per chi è stato al governo e per un periodo limitato. Per i parlamentari non si prevedono limitazioni. Quindi per servire nella questione Renzi-Bin Salman bisognerà cambiare la legge.