Corrispondenza di amorosi sensi tra Matteo Renzi e Forza Italia in vista del loro connubio definitivo dopo il fidanzamento siciliano, pronubi Faraone e Miccichè. Va infatti in onda la proposta, targata FI, di sollevare dinanzi alla Corte Costituzionale conflitto di attribuzione tra il Senato, di cui fa parte Renzi, e la Procura di Firenze sulla inchiesta Open per concorso in finanziamento illecito ai partiti (leggi l’articolo), che vede il senatore toscano tra gli indagati.
Proposta avanzata in Giunta per le immunità – dove il centrodestra è in maggioranza – dalla relatrice Fiammetta Modena di Forza Italia dopo la richiesta dall’ex premier alla presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia) di “porre in essere tutte le azioni” per garantire le guarentigie costituzionali del senatore di Rignano. Ossia lo stesso Renzi che sarà ascoltato dalla Giunta su richiesta del senatore di Italia Viva Giuseppe Cucca il 24 novembre.
SILENZIO STAMPA. Una vicenda che non fosse stato per La Notizia, Il Fatto Quotidiano (e Domani che segue attentamente l’inchiesta) sarebbe rimasta confinata tra i velluti rossi del Senato vista l’attenzione, prossima allo zero, riservatale da quotidiani e televisioni nazionali. Ma da cosa è stata innescata più nel dettaglio? Renzi, in soldoni, ritiene che non sia lecito acquisire agli atti della procura di Firenze le chat del 3 e 4 giugno 2018 dopo la sua elezione finite all’attenzione della procura intercettando un non parlamentare, il finanziatore del viaggio a Washington Vincenzo Manes e quindi Renzi sostiene che non possano essere usate contro di lui nel processo.
Renzi utilizzò un jet privato, costato ben 135.000 euro, per volare negli Usa per fare un discorso commemorativo su Robert Kennedy. Ma si sa che il ragazzo di Rignano è testardo e ne fa una questione di principio e quindi dice che non chiederà l’immunità parlamentare, ma “anzi, semmai arriveremo in Aula per votare per l’acquisizione del materiale, secondo me una cosa illegale e incostituzionale, dirò che per me lo possono prendere, purché seguano le regole. Ma andrò in tutte le sedi a vedere se hanno violato le leggi”.
CANI DA GUARDIA? Insomma si tratta di una guerra personale tra lui e la Procura di Firenze che gli ha pure mandato entrambi i genitori a processo. Questi i fatti. Ma la cosa interessante è vedere come i giornali hanno trattato la vicenda. Come detto tranne rare eccezioni, tra cui La Notizia, e il Corriere della sera, che ha scritto però solo un trafiletto interno, gli altri hanno fatto sostanzialmente scena muta.
A partire dalla solita Repubblica, molto ciarliera sulla spy story (leggi l’articolo) – si fa per dire – come il finto complotto contro Trump e a favore di Biden organizzato con l’aiuto della rete satellitare di Leonardo, che non solo ha messo due giorni fa la fake news in prima pagina, ma gli ha addirittura dedicato un paginone interno, come abbiamo documentato.
Neppure la Tv ne parla e non potrebbe essere che così con il tripolio Rai, Mediaset e La7. Insomma siamo alle solite: esiste un muro di silenzio, anzi di omertà, intorno alle notizie sgradite alle élite, notizie che potrebbero disturbare i piani che sono in rampa di lancio per conquistare il Quirinale e in cui Renzi avrà un peso determinante vista la sua sovrarappresentazione parlamentare di transfughi (quasi tutti pentiti) del Pd. E questo ci dice anche quale sia lo stato della democrazia in Italia, visto che l’informazione non gradita viene sistematicamente nascosta ed emarginata.