È un tronfio Matteo Renzi quello che giovedì annunciava urbi et orbi i risultati della sua campagna acquisti: “Anche grazie a persone come queste vogliamo che vinca la politica. Iv non vede fughe da Iv, ma verso Iv”.
E passava poi a enumerare le new entry: Isabella De Monte, Arianna Viscogliosi e Anita Pili. Nomi sconosciuti ai più. Ma quello di Anita Pili però qualcosa dice agli elettori sardi. Si tratta infatti dell’assessora regionale all’Industria di Christian Solinas (giunta di centro-destra).
“Ringrazio Iv per avermi riaccolta”, ha dichiarato Pili, altrettanto euforica, “avevo aderito al Pd quando era governato da Renzi per le idee e i principi che era in grado di trasmettere. Cioè, poter fare politica con chi ha voglia e si cimenta e lavora nel territorio per costruire politiche che restituiscano opportunità ai territori e rispondano ai loro bisogni”.
Ma il nome di Anita Pili dice più di qualcosa anche ai più attenti amanti della cronaca giudiziaria. L’assessora infatti risulta tra gli indagati dell’inchiesta sulle nomine del pm di Cagliari, Andrea Vacca, che ha travolto il governatore Solinas. Un’indagine monstre (21 indagati) che ha investito il cerchio magico del presidente sardista-leghista e parte della giunta, Pili compresa.
In particolare, l’assessora Pili è accusata di concorso in corruzione con il presidente di Confindustria Sardegna, Maurizio De Pascale e alcuni imprenditori attivi nel settore delle cave. Per i pm, gli imprenditori, attraverso i contatti di De Pascale con Pili, avrebbero cercato di pilotare la nomina del dirigente regionale deputato a controllare le loro attività. Un accordo che, sostengono i magistrati, avrebbe spinto la Pili a nominare indebitamente i membri della commissione esaminatrice interna e a pilotarne il responso.
“De Pascale si faceva poi portatore concreto del messaggio (…) di condizionamento della procedura, direttamente all’assessora dell’Industria Anita Pili”, scrivono i pm, “con la Pili (…), che, nominando abusivamente la Commissione esaminatrice si poneva nella condizione di poter condizionare l’esito della procedura selettiva”.
Ma il piano di De Pascale e soci non va in porto, perché Pili, a sorpresa, decide di far vincere il posto, non alla candidato degli imprenditori, ma a un altro uomo, il suo… “La Pili aderiva al disegno criminoso, (…) salvo in ultimo disattendere l’accordo per condizionare la procedura selettiva a favore di Porcu, altro candidato poi preferito dall’Assessora”.