Impugna lo statuto del Partito democratico definendosi il “candidato legittimo” per la corsa a Palazzo d’Orléans, chiedendo a gran voce le primarie (alle quali “non c’è alternativa”) per sfidare Fabrizio Micari, rettore dell’Università di Palermo che 48 ore fa ha ufficializzato la propria discesa in campo col sostegno del duo Matteo Renzi–Angelino Alfano. Una scelta, questa, nientemeno che “autocratica” e “non soggetta a confronto”. Al Nazareno scoppia la grana Rosario Crocetta. Il governatore uscente della Sicilia non ci sta a essere “fatto fuori” dalla partita del 5 novembre e oggi, durante una conferenza stampa convocata all’hotel delle Palme di Palermo, si è tolto qualche sassolino dalle scarpe. “Sulla base dell’articolo 18 comma 5 dello Statuto del Pd io sono il candidato legittimo che il Pd avrebbe dovuto proporre gli alleati – ha attaccato l’ex sindaco di Gela –. Non c’è alternativa alle primarie: il tempo c’è facciamo ancora in tempo a indirle”.
Testa a testa – Ma non solo. Oltre ad aver definito quello di Micari “un progetto destinato a perdere” perché “non cammina con le gambe della società e dei partiti della coalizione”, Crocetta ha alzato la posta. Paventando l’ipotesi di un governo del presidente. Un’ipotesi che il presidente della Sicilia ha definito “molto realistica” nel momento in cui “loro”, alias il Pd e i partiti che reggono attualmente la sua giunta, “continuano a sostenere Micari e rifiutano le primarie”. A quel punto “non possono non ritirare dal governo la loro delegazione”, è la sintesi. “Non li ho mai posti davanti a questo ricatto”, ha sottolineato ancora Crocetta. “Mi daranno atto di avere rispettato gli assessori, ma ora uscirebbero qui tutti”. Insomma, quando manca poco più di un mese alla scadenza del termine per la presentazione delle liste (5 ottobre) nel Centrosinistra il quadro è questo. Quadro che rischia di portare Micari, e quindi il segretario del Pd e il leader di Ap, a sbattere. Secondo un sondaggio commissionato dal movimento di Stefano Parisi, Energie per l’Italia, e realizzato da Lorien Consulting dal 26 al 28 agosto, infatti, oggi a contendersi la presidenza della Regione sarebbero il candidato del Centrodestra (FI-Lega-FdI) Nello Musumeci e quello del M5S Giancarlo Cancelleri. In una corsa a tre, Musumeci raccoglierebbe il 40,8% dei consensi, Cancelleri il 38,2% e Micari “appena” il 21,3%.
Fattore C – Con Crocetta in campo (“non temo la corsa solitaria”), il rettore dell’Università di Palermo crollerebbe al 13,3%, visto che il presidente uscente, sempre per lo stesso sondaggio, avrebbe in dote un inutile per lui quanto mortifero per Renzi e Alfano 11,5%. Così dentro al Pd sono partiti gli appelli all’unità. Per il deputato ex Scelta Civica Gianfranco Librandi, recentemente passato col Pd, la scelta di Crocetta “è solo un regalo ai nostri avversari”. La Sicilia e i siciliani vanno “salvati dalla destra e dai populismi: mi auguro prevalga la responsabilità”, dice Michele Anzaldi. Ma né Crocetta né Mdp, al momento, sembrano intenzionati a mollare la presa.
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