È sempre più pasticciata la situazione nel centrodestra in Lombardia a pochi mesi dalle Regionali che si terranno tra febbraio e maggio. Non accenna a risolversi la faida tra Letizia Moratti e Attilio Fontana. Il presidente della Regione continua a ripetere che è lui il candidato e che presto i leader del centrodestra lo confermeranno.ù
Per Salvini la partita delle regionali in Lombardia è già chiusa: “Fontana è stato un ottimo governatore e squadra che vince non si cambia”
Per Matteo Salvini la partita è già chiusa: “Per me Fontana è stato un ottimo governatore e squadra che vince non si cambia. E Moratti non sarà mai un problema ma è e resta una risorsa. Ci parlerò in settimana”, dichiara il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili. Eppure continuano a non mancare i colpi di scena in una faida che è sempre più vicina alla farsa.
La responsabile del welfare lombardo e vicepresidente della Regione, se il centrodestra tutto compatto, e non solo Salvini, le dovesse preferire Fontana – così come sembra – sarebbe pronta anche a correre da sola con una rete civica formata da imprenditori, politici ed esponenti del terzo settore.
Un’ipotesi che fa accapponare la pelle al governatore leghista. Un sondaggio realizzato da Winpoll su un campione di 1.700 interviste effettuate tra il 7 e il 13 ottobre rileva che una eventuale lista Moratti raccoglierebbe l’11,8 per cento. Diventando la terza forza della Lombardia dopo Fratelli d’Italia che salirebbe al 23,7 e il Pd che prenderebbe il 20,1. E prima della Lega che raccoglierebbe l’11,5 per cento. Un bel rischio dunque per il centrodestra, se Fontana dovesse trovare sul suo cammino anche la candidatura della sua vice.
E se Moratti fosse candidata con il centrosinistra, dice sempre il sondaggio, vincerebbe contro la coalizione di centrodestra guidata da Fontana. Senza contare che il 57 per cento degli intervistati ha fiducia nell’operato di Moratti, mentre solo il 44 per cento la ripone nell’attuale governatore. Ecco perché Fontana – e veniamo alla farsa – si ritrova a tifare perché la Moratti esca dalla sua traiettoria. Dunque un giorno spera che le venga affidato un incarico di governo e, sfumata quest’ipotesi, si ritrova a pregare che sia vera la notizia circolata sulla nomina di Moratti ad amministratore delegato della Fondazione Milano-Cortina 2026.
“Una bella idea”, l’ha definita ieri. Ma la secca smentita data dalla vice di Fontana (“notizia destituita di fondamento”) ha fatto eco a quella arrivata da Palazzo Chigi. In effetti la nomina di Moratti a ceo delle Olimpiadi invernali al centrodestra avrebbe risolto due problemi non piccoli: quello della guida di Milano-Cortina dato che l’ad che pareva ormai certo, Andrea Abodi, è stato nominato ministro dello Sport, e quello della candidatura al Pirellone.
“Ci hanno provato”, commenta sarcastico il sindaco di Milano, Beppe Sala. La Moratti ad ogni modo non molla anche perché ha spiegato che la candidatura alla presidenza del Pirellone le era stata promessa quando in piena pandemia aveva accettato di diventare assessore al welfare. Insomma chi la conosce bene assicura che correrà in ogni caso, da sola o con l’appoggio del Quarto Polo. E qui veniamo alla situazione pasticciata in cui versa pure il centrosinistra.
I Cinque Stelle sono in attesa che Conte prenda in mano il dossier Lombardia e dica come deve posizionarsi il M5S
Il M5S non sa letteralmente che pesci prendere. Fino a maggio le indicazioni erano per stringere l’asse con il Pd ma poi la situazione a livello nazionale, con la rottura tra il numero uno del Pd Enrico Letta e il leader dei pentastellati Giuseppe Conte, ha rimesso tutto in discussione. E ora i Cinque Stelle sono in attesa che Conte prenda in mano il dossier e dica come deve posizionarsi il Movimento. Il Pd invece è stretto tra due fuochi.
Calenda ha detto che intende aprire una discussione col Pd sia per le regionali nel Lazio che per quelle in Lombardia
Da una parte c’è chi preme per un’intesa con i pentastellati, dall’altra c’è chi strizza l’occhio al Polo di Matteo Renzi e Carlo Calenda. Il leader di Azione ha detto che intende aprire una discussione col Pd sia per le Regionali nel Lazio che per quelle in Lombardia e sarebbe pronto a convergere, per esempio, sul nome dell’economista Carlo Cottarelli. Che per il M5S non è passabile come irricevibile è l’ipotesi di supportare la corsa della Moratti qualora dovesse rompere con Fontana.
Dalle parti del Quarto polo c’è, invece, a chi piace l’idea di sostenere l’ex ministra per far perdere voti al centrodestra e l’idea è stata accarezzata anche da alcuni dem. “Pensare che un esponente di alto profilo del centrodestra possa essere una candidata del centrosinistra è fantascientifico”, dice il capogruppo Pd in Regione, Fabio Pizzul, ma poi aggiunge “se Moratti farà scelte diverse le valuteremo”. Per il M5S invece Moratti è un ipotesi inaccettabile né ora né mai. Insomma a destra volano stracci ma manco a sinistra hanno le idee chiare.