L’alleanza con i dem in vista delle prossime regionali del Lazio per il Movimento Cinque Stelle è praticamente impossibile. Impossibile considerato che il Pd continua a sponsorizzare l’inceneritore. E Alessio D’Amato, candidato del Nazareno e del Polo Calenda-Renzi, non può che prendere atto di questo.
Il candidato di Pd e Azione Alessio D’Amato chiude alle primarie in vista delle regionali del Lazio. E sull’inceneritore fa finta di niente
Ma quasi mutuando la spocchia da chi lo sostiene (Calenda e Renzi, soprattutto) fa il prezioso. “Io non faccio tentativi” per incontrare il leader del M5S, Giuseppe Conte. “Noi governiamo insieme la Regione e dobbiamo difendere un lavoro e non ci facciamo logorare. Le porte sono aperte, ma noi andiamo avanti. Per cui dalla prossima settimana verrà chiuso l’accordo con le forze del centrosinistra e il perimetro programmatico della coalizione. E poi si parte. Non ho avuto contatti con Conte e per quanto mi riguarda non è previsto nessun incontro”.
E al M5S che continua a dire che le convergenze sono possibili solo a partire dai programmi e non dai nomi replica stizzito: “Faccio fatica a capire chi oggi parla di discrimini programmatici o dice che abbiamo anteposto i nomi ai programmi. L’esperienza di governo che abbiamo fatto con la giunta Zingaretti e la nostra base comune e chi con pretesti disconosce questa esperienza si assume una grande responsabilità”.
Prova praticamente a scaricare la responsabilità sui pentastellati ma l’operazione gli riesce male. Così come cerca di dribblare sull’ecomostro da 600mila tonnellate annue. Alla domanda su come si supera il no dei rosso-verdi sul termovalorizzatore – pari a quello del Movimento di Conte – risponde così: “Questa non è una cosa che dobbiamo superare perché il termovalorizzatore è un’opera come il ponte di Genova, prevista a livello nazionale e il sindaco è il commissario. Mi sembra che queste forze governino a Roma e in tutti i Municipi, per cui sono parte integrante del centrosinistra”.
Ma i tentativi maldestri di D’Amato di fare Ponzio Pilato non hanno presa sul M5S. “Qualcuno non ha compreso la nostra battaglia contro l’inceneritore. La questione non è marginale, è di primaria importanza per una forza progressista, è il cuore di una formazione legata al pensiero ecologista che rifiuta l’ideologia del turbocapitalismo”, ha spiegato a chiare lettere Conte. E ancora: “È caduto un governo su questo? Vedo che il Pd non ha ancora fatto tesoro dell’esperienza accaduta”, ha concluso l’ex premier.
Sebbene, a dirla tutta, per il Movimento il no all’alleanza con il Pd nel Lazio è il no all’inceneritore ma anche il no a D’Amato, considerato il candidato di Calenda. D’Amato che, infine, non è passato neanche per il test delle primarie. “Tra le forze del centrosinistra nessuno le ha chieste, io ero disponibile a farle ma non c’è stata richiesta”, si difende. Per quanto riguarda le destre spetta a FdI indicare il candidato, una scelta che dovrebbe essere in capo alla premier Giorgia Meloni. Il nodo potrebbe essere sciolto nei prossimi giorni.
FdI per la corsa nel Lazio ha diversi nomi. Da Fabio Rampelli a Chiara Colosimo, da Nicola Procaccini a Paolo Trancassini
Ma mentre nelle scorse settimane i rumors portavano a Francesco Rocca, nelle ultime ore sono scese le quotazioni del presidente della Croce rossa italiana. E sembra invece prendere corpo l’opzione di puntare su un esponente politico. Fdi, viene spiegato, ne ha diversi che potrebbero partecipare alla corsa. Da Fabio Rampelli a Chiara Colosimo, da Nicola Procaccini a Paolo Trancassini.