Manca un anno alle elezioni regionali in Lombardia e il Centrosinistra continua a brancolare nel buio per la scelta di un candidato che appare più come un agnello da sacrificare che il cavallo di razza su cui puntare. Il rischio è quello di fare la fine del Centrodestra alle scorse elezioni comunali a Milano, che dopo aver collezionato tante indisponibilità a candidarsi ha dovuto tirare fuori dal cilindro all’ultimo minuto il nome di Luca Bernardo, decisamente con meno appeal rispetto allo sfidante Beppe Sala.
Eppure, complice la pandemia e la pessima gestione da parte della giunta regionale, quella in Lombardia è una sfida ancora aperta, a meno che le Sinistre non decidano davvero di schierare Bruno Tabacci. Secondo alcune voci, infatti, il Pd, preso atto dell’indisponibilità di Sala a lasciare la guida del capoluogo, starebbe pensando di puntare sull’attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
Chi è Bruno Tabacci?
Con un passato nella Democrazia cristiana, che lo ha eletto anche presidente della Regione Lombardia in un’altra era (fra il 1987 e il 1989), Tabacci è stato poi vicino al Centrodestra ai tempi dell’Udc, benché all’interno del partito rappresentasse “l’ala di sinistra”. Si è quindi riavvicinato formalmente al Centrosinistra nel 2009 con il nuovo partito Alleanza per l’Italia, fino ad arrivare nel 2012 a candidarsi alle elezioni primarie della coalizione. Arrivato ultimo fra i cinque candidati, ha quindi fondato Cento democratico, una formazione politica che raccoglie transfughi da vari partiti. Nonostante questo è riuscito a dare il suo appoggio prima al governo di Giuseppe Conte e ora a quello di Mario Draghi, che lo ha ricompensato con un sottosegretariato.
Con Milano e la Lombardia ha un rapporto preferenziale, visto che – oltre ad aver fatto il governatore – è stato anche assessore nella giunta comunale guidata da Giuliano Pisapia. Un trasformista della politica capace di restare sempre a galla e forse, pur di restarci, disposto anche a bruciare il proprio nome in qualche corsa elettorale. Così, però, il Centrosinistra rischia di consegnare la Lombardia nuovamente nelle mani delle destre, divise come non mai, e per questo ancora lontane dall’esprimre un candidato.
Regionali in Lombardia, brancola nel buio anche la Destra
Il governatore uscente, Attilio Fontana, non ha sciolto la riserva su una sua possibile ricandidatura, consapevole di non avere più il favore dei lombardi dopo la drammatica gestione della pandemia e in attesa di sapere come evolvono i procedimenti giudiziari a suo carico. Pronta a sostiturlo ci sarebbe Letizia Moratti, che però decreterebbe la totale sconfitta politica della Lega di Matteo Salvini, visto che l’attuale assessora è di Forza Italia. Se le elezioni regionali del 2023 dovessero davvero vedere sfidarsi Tabacci e Moratti l’impressione degli elettori sarà quella di un ritorno al passato, con l’usato sicuro.