Le Lettere

Regalo alla Russia

Penso che alla fine le sanzioni abbiano fatto un regalo alla Russia, perché ora è costretta a produrre in casa i beni che prima importava. Ne beneficerà la sua industria.
Elio Manara
via email

Gentile lettore, un anno fa scrivevo proprio quello che lei dice, ovvero che le sanzioni avrebbero rafforzato la Russia, costringendola a riorganizzarsi, sfruttare il suo enorme potenziale e abbandonare la pigrizia per cui contava quasi solo sull’export di materie prime. Previsione basata sul buon senso e una certa conoscenza della “mente russa”. Ebbene, tutto questo si sta avverando. Bloomberg rileva che il Pil di Mosca nel secondo trimestre è cresciuto del 4,9% e nel terzo del 5,5%. Si prevede a fine anno una crescita intorno al 3%, ma potrebbe essere maggiore. La Russia non aveva mai marciato a tali ritmi. Per un raffronto, l’Italia prevede 0,7%, la Germania zero e l’eurozona oscilla intorno a 1%. Anche i settori più colpiti dalle sanzioni – banche, motori e compagnie aeree – si sono risollevati e realizzano profitti più alti del pre-guerra. I consumi interni si sono impennati, anche grazie all’ampia spesa pubblica. E le multinazionali, che hanno abbandonato la Russia con gravi perdite, sono ora sostituite da imprese locali. Catene come Starbucks e McDonald sono passate in mano a società russe che ne hanno cambiato i nomi (per esempio gli 850 ristoranti di McDonald ora si chiamano “Vkousno i totchka”, ovvero “Delizioso e basta”) e il loro giro d’affari è molto cresciuto. Non mi dilungo, ma c’è poi il capitolo del forte incremento di commerci e influenza politica in tutto il mondo: Asia, Africa, America latina.

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