Il traguardo è vicino. Ha già raggiunto quota 49, del resto, la pattuglia trasversale di senatori di maggioranza e opposizione, che hanno firmato la richiesta di referendum per bloccare la riforma che taglia da 945 a 600 il numero dei parlamentari. Per raggiungere la soglia di un quinto dei componenti di Palazzo Madama (64), richiesta dalla Costituzione per attivare la consultazione ne mancano all’appello solo 15. Un’impresa, quindi, tutt’altro che proibitiva. E alla quale hanno aderito anche tre senatori M5S, principale sostenitore e azionista della riforma.
Tra loro, Mario Giarrusso, che però spiega: “Ho votato per il taglio, ma sono favorevole al fatto che i cittadini possano pronunciarsi. Semplicemente se confermasse la scelta fatta dal Movimento, ci vedrebbe fortissimi. Sarebbe un bel segnale”. Ben altre motivazioni invoca, invece, l’ex Dc, Giuseppe Gargani, tra i più strenui detrattori della riforma “Il numero che diminuisce o non diminuisce è un dettaglio, il punto è che la strategia dei Cinque Stelle è quella di delegittimare il Parlamento e se alla riduzione dei parlamentari si aggiungesse il vincolo di mandato si distruggerebbe totalmente il Parlamento e la sua funzione”.
E pazienza che, riducendo gli scranni di un terzo, la spesa per deputati e senatori scenderebbe di 52,8 milioni alla Camera e di 29,1 al Senato. Con un risparmio complessivo di 82 milioni di euro l’anno, 410 milioni nell’arco di una legislatura.