Che quella che stiamo vivendo non sia solo una crisi sanitaria ma anche economica, è ormai chiaro. Per questo la maggioranza si sta dando da fare per aiutare tutti come dimostra l’intenzione di istituire un reddito di emergenza. Un cavallo di battaglia del Movimento ai tempi della pandemia, a cui si è accodato il Pd, e che ieri è stato illustrato dai senatori grillini della commissione Lavoro di Palazzo Madama. “Oltre 2,4 milioni di persone, inclusi minori e disabili, oggi grazie al reddito di Cittadinanza, una misura di civiltà voluta dal M5s, possono contare su entrate certe in un momento assai drammatico per il Paese e che rischia di aumentare le disuguaglianze sociali” fanno sapere i parlamentari.
“Senza il reddito di cittadinanza il peso dell’emergenza economica avrebbe avuto ricadute assai più pesanti mettendo a rischio la tenuta sociale del Paese” spiegano i parlamentari secondo cui, però, si deve osare di più. “Già col decreto Cura-Italia il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo ha predisposto in tempi rapidi strumenti in grado di assicurare liquidità immediata agli italiani”, aggiungono i senatori. Ma questa è solo la punta dell’iceberg perché “ora occorre rendere operativo il reddito di emergenza, al quale il ministero del Lavoro sta lavorando finanziandolo con 3 miliardi di euro e mettere in sicurezza circa 3 milioni di italiani piombati in una condizione di difficoltà”.
Insomma un progetto di aiuti a chi versa in gravi difficoltà su cui sarebbe lecito aspettarsi la convergenza dell’intero arco parlamentare ma così non è. Dura la senatrice forzista, Anna Maria Bernini, secondo cui: “Alla vigilia di un Consiglio europeo cruciale per il futuro del Paese” il leader del Pd Nicola Zingaretti “si allinea alle tesi di Beppe Grillo e propone un reddito universale da affiancare ai finanziamenti comunitari” mentre, secondo lei, “dovrebbe spiegare chi e come sarebbe chiamato a produrre questo reddito per tutti. Forse gli imprenditori che riusciranno ancora a produrre profitti colpendoli con una patrimoniale?”. Critico anche Matteo Salvini, il quale quand’era al governo ha partecipato all’approvazione del reddito di cittadinanza, ma che di quello d’emergenza non ne vuol proprio sentir parlare.
L’INPS DICE SÌ. Eppure tra chi pensa che la misura sia sacrosanta e anche economicamente sostenibile, c’è il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. “Il ministro del Lavoro sta pensando a come poter rivedere, in un periodo d’emergenza, i criteri Isee’’ per accedere al reddito di cittadinanza. A suo dire “con una spesa che potrebbe aggirarsi sui 2 miliardi di euro”, il reddito di emergenza potrebbe riuscire a garantire un forte sostegno alle fasce di popolazione, circa 3 milioni di persone, rimaste fuori dalle misure contenute nel decereto Cura Italia di marzo. Ad ogni modo, taglia corto Tridico, “bisogna vedere la soglia del beneficio per singolo e per nucleo” su cui, spiega, “c’è un lavoro da parte del ministero per il quale noi forniamo il supporto tecnico”.