Onorevole Nunzia Catalfo (M5S), secondo il governatore campano Vincenzo De Luca non si trovano più camerieri perché preferiscono percepire il Reddito di Cittadinanza. Stanno davvero così le cose?
Che le cose non stiano affatto in questi termini, lo testimonia giorno per giorno chi vive la condizione di precarietà del lavoro e cioè i lavoratori stagionali, che per primi riconoscono come “il reddito di cittadinanza non c’entri assolutamente nulla”. Il punto vero è il rispetto delle regole e il riconoscimento di salari adeguati in relazione alle prestazione lavorativa svolta. Per questo serve una legge sul salario minimo orario in Italia.
Non è la prima volta che il governatore De Luca critica aspramente il Reddito…
Senza timore di smentita posso certamente rivendicare l’importanza di quella scelta politica del M5S, soprattutto alla luce della crisi economica innescata dalla pandemia. Il Reddito è stato uno stabilizzatore sociale. Se non lo avessimo introdotto, questa emergenza sanitaria, economica e sociale avrebbe avuto un impatto assai più drammatico per milioni di famiglie italiane. Ora va rafforzato; va completato il piano di assunzioni nei centri per l’impiego da parte delle Regioni, vanno potenziate le politiche attive del lavoro e attuati i programmi inseriti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.
È anche vero che sono state scoperte truffe sul Reddito di Cittadinanza. Quali sono ad oggi i dati relativi al Reddito?
Gli ultimi dati diffusi a fine aprile dall’Inps attestano che a marzo 2021 i nuclei percettori di RdC sono stati poco più di un milione, mentre i percettori di pensione di cittadinanza sono stati 92mila, per un totale di 1,1 milioni di nuclei familiari beneficiari e 2,6 milioni di persone coinvolte, tra questi ci sono 662mila minori. E sempre nel mese di marzo, la distribuzione una delle Regioni con il maggior numero di percettori di Rdc è la Campania con il 22% delle prestazioni erogate.
Fondamentale per evitare abusi di ogni tipo sarebbe fissare un salario minimo. Lei ha da poco presentato un nuovo disegno di legge. Perché e cosa prevede?
Ho depositato nei giorni scorsi un nuovo ddl sul salario minimo orario, che valorizza i contratti collettivi nazionali di lavoro cosiddetti ‘leader’, ossia quelli siglati dai soggetti comparativamente più rappresentativi sul piano nazionale, definisce specifici criteri atti a pesare il grado di rappresentatività sia delle organizzazioni sindacali che di quelle datoriali, introduce una sorta di test di “dignità” salariale, una soglia minima inderogabile fissata a 9 euro, in linea con i parametri di adeguatezza individuati dalla Commissione o dalla proposta di direttiva europea. Introduce una commissione tripartita formata dalle parti sociali maggiormente rappresentative col compito di aggiornare l’osservanza del trattamento economico proporzionato e sufficiente così da garantire ai lavoratori una giusta retribuzione; prevede, poi, agevolazioni, fondamentali per arginare gli effetti della crisi, per i datori di lavoro come la detassazione della parte di salario aggiuntivo dovuto al rinnovo contrattuale o all’applicazione del salario minimo.
Crede che si possa avere questa volta una convergenza tra le forze parlamentari?
Auspico una convergenza, che promuova una legge in materia di salario minimo e rappresentanza delle parti sociali nella contrattazione collettiva, dato che comunque ci sono altri ddl depositati in Parlamento.. In Italia esistono lavoratori come quelli dei servizi fiduciari, ad esempio, che vengono pagati 4,6 euro lordi all’ora. E’ il momento di intervenire in modo definitivo per dare attuazione all’articolo 36 della Costituzione.
Altro tema decisivo è la sicurezza sul lavoro. I dati ci dicono che si contano ormai due morti sul lavoro ogni giorno. Da ministra lei ha attivato anche un Tavolo a riguardo. Che fine ha fatto quell’iniziativa?
Uno dei primi atti, all’indomani del mio insediamento al ministero del Lavoro, è stato proprio convocare il tavolo sulla sicurezza sul lavoro. Mi sono spesa per l’introduzione della cosiddetta patente a punti per le imprese, in attuazione del Testo unico sulla sicurezza. Credo occorra ripartire da lì e istituire una direzione generale al Ministero dedicata a queste tematiche, investire in vigilanza, prevenzione, informazione e formazione. A tal proposito, ho depositato, inoltre, un ddl al Senato.
A livello parlamentare, invece, davanti ai drammatici fatti di cronaca si è mosso qualcosa?
Finalmente dopo un anno e mezzo dalla sua istituzione, la scorsa settimana si è tenuta al Senato la prima riunione della commissione di inchiesta monocamerale sulle condizioni di lavoro in Italia. E’ un segnale importante, mi auguro che lavori a pieno ritmo, può dare un contributo importante.
Dall’archivio: Stop alle delocalizzazioni. Grazie al salario minimo Ue. La ministra Catalfo spinge la direttiva europea. Darà benefici a 10-20 milioni di lavoratori.