Reddito di cittadinanza, continuano le proteste dopo la sospensione della misura voluta dal governo Meloni. Ed è proprio l’esecutivo del centrodestra ad essere preso di mira nelle manifestazioni di dissenso in corso in questi giorni in diverse città.
Reddito di cittadinanza, proteste da Roma a Napoli
Dopo la sospensione del reddito di cittadinanza voluta dal governo Meloni, sono partite le proteste in particolare dopo che la misura introdotta dal Movimento 5 Stelle ha toccato una delle realtà più sensibili. Ad esempio a Roma, dove sono 175mila i cittadini che hanno perso il sostegno con 12mila famiglie in difficoltà. La Capitale, infatti, è la seconda città ad aver più esodati dal reddito, dopo Napoli e subito prima di Palermo.
Tensioni e manifestazioni contro il Governo Meloni
A Napoli vanno avanti da lunedì le proteste contro la sospensione della misura. Dopo la manifestazione organizzata da Potere al Popolo davanti alla sede dell’Inps, anche oggi un gruppo di circa 200 persone si è radunato nella zona di Porta Capuana per poi muoversi in corteo in direzione del centro della città. Gli slogan sono chiari e contro il governo Meloni che ha deciso per la sospensione del RdC.
“Reddito non c’è più, Meloni a testa in giù”. Uno dei manifesti invece recita: “Lavoro o non lavoro, vogliamo campare. Lottiamo uniti per il reddito universale. Giù le mani dal reddito”. Al corteo hanno preso parte alla protesta precari storici e disoccupati organizzati di Napoli. Sono circa 21mila, a Napoli e provincia, le famiglie che non percepiranno più il sussidio, 37mila in tutta la Campania.
Anche nella città di Roma nelle scorse ore sono stati organizzati dei cortei di protesta. “In questi mesi come campagna ‘Ci vuole un reddito’ abbiamo protestato contro il Decreto Lavoro che precarizza ulteriormente le condizioni lavorative delle persone – spiegano gli attivisti -. Continuiamo oggi più che mai a mobilitarci, a partire da questo presidio e dall’assemblea nazionale che la campagna lancia per il 23 settembre a Roma. Vogliamo strumenti di sostegno al reddito inclusivi, salario minimo garantito, contratti stabili, lavori sicuri e non sfruttati”. Un’altra manifestazione di dissenso è stata organizzata per giovedì 3 agosto, alle 11, sotto la sede Inps di via Quintavalle, nel quartiere Tiscolano.
In Toscana, invece, gli assistenti sociali hanno chiesto l’intervento della Regione “per far fronte alla situazione venutasi a creare dopo l’invio da parte dell’Inps di un sms con la sospensione del reddito di cittadinanza, da fine luglio, ad una parte significativa di quanti lo percepiscono“. Per la Toscana si parla di oltre 20mila persone escluse dal reddito.