Sono già stati ribattezzati esodati del Reddito di cittadinanza: parliamo delle famiglie che rischiano di non ricevere l’assegno di sostegno nel mese di gennaio, quando lo strumento introdotto dal governo Conte verrà cancellato e sostituito dall’Assegno di inclusione.
Come racconta la Repubblica, si tratta di 737.400 famiglie che rischiano di restare senza sussidi a gennaio: in totale sono 1,6 milioni di persone non occupabili che prendono il Reddito di cittadinanza e che dal 2024, quando verrà cancellato, avrebbero diritto a incassare l’Adi.
Tra di loro ci sono 348mila famiglie con un minore, 215mila con un disabile e 341mila con un over 60. Il problema è che rischiano di non ricevere il sussidio a gennaio, saltando almeno un mese.
Gli esodati del Reddito di cittadinanza: assegni a rischio a gennaio
Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un incontro urgente sul tema alla ministra del Lavoro, Marina Calderone, che potrebbe tenersi lunedì 18. Ovvero il giorno in cui dovrebbero partire le domande per l’Adi. Dovrebbero, appunto, perché a pochissimi giorni dalla data annunciata ancora non si sa nulla. E sembra quindi probabile uno slittamento.
L’Inps, infatti, finora non ha potuto far nulla perché è arrivata solo ora la registrazione da parte della Corte dei Conti del decreto attuativo dell’Adi, scritto dal ministero ad agosto.
Perché l’Assegno di inclusione rischia di saltare a gennaio
Anche se le domande dovessero davvero partire lunedì, i tempi sarebbero strettissimi e non sarebbe garantita l’erogazione dell’assegno a gennaio. Innanzitutto perché l’iter digitale non è semplice e poi, con le feste di mezzo, i patronati resteranno attivi per pochi giorni per dare supporto agli utenti.
Non solo, perché non è sufficiente compilare la domanda. I soldi del nuovo sussidio, infatti, dovranno essere caricati su una nuova carta, la Carta d’inclusione, ma questo succederà soltanto “nel mese successivo alla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale”. Che viene sottoscritto dopo l’accettazione della domanda da parte dell’Inps.
Quindi, ricapitolando, bisogna presentare subito la domanda, iscriversi alla piattaforma Siisl e sottoscrivere il Patto, ma le famiglie ancora non sanno quando, dove e come questo potrà avvenire. Anche i Caf, al momento, non sono autorizzati a far nulla e nessuna campagna informativa è stata finora lanciata.
Inoltre i sindacati sottolineano come ci siano problematiche per l’accesso alla piattaforma Siisl, oltre a denunciare la mancanza dei dati su chi ha aderito al Supporto formazione lavoro. Così, secondo le sigle, quasi sicuramente le persone non riceveranno i soldi dell’Adi a gennaio tra mancanza del decreto attuativo, procedure carenti e tempi strettissimi, forse impossibili.
Sul caso interviene anche il Movimento 5 Stelle con il deputato Dario Carotenuto che parla di “esodati del Reddito” e ricorda: “Avevamo presentato un emendamento alla Manovra per ripristinare il Rdc per i prossimi due anni proprio per sopperire a questa incresciosa situazione, ma ieri sera in commissione Bilancio a Palazzo Madama la maggioranza l’ha bocciato. Da settimane chiediamo che la ministra del Lavoro venga a riferire in Parlamento sull’Adi, ma finora Calderone ha preferito darsi alla macchia. Un Governo che scappa dalle sue responsabilità è un Governo deleterio per il Paese”.