Tre esercenti di Milano sono stati indagati perché consentivano a dei cittadini stranieri (soprattutto somali) di monetizzare il Reddito di cittadinanza che percepivano indebitamente. In cambio dovevano consegnare delle somme in contanti, trattenendo su ogni transazione una percentuale che poteva essere tra il 10% e il 15%.
L’inchiesta dei carabinieri del gruppo Tutela lavoro sugli stranieri beneficiari del Reddito di cittadinanza ha permesso di scoprire che queste persone usufruivano del sostegno senza averne i requisiti e ha scoperto l’illecita monetizzazione tramite commercianti compiacenti.
Monetizzavano con il Reddito di cittadinanza: l’indagine dei carabinieri
A dicembre era già finito ai domiciliari, su disposizione del gip, un bengalese titolare di uno dei tre esercizi ora finito nel mirino degli investigatori: si tratta di un internet point e commercio al dettaglio di apparecchiature telefoniche. Il titolare sarebbe ritenuto responsabile di riciclaggio continuato e di abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento.
Sono stati denunciati gli altri due esercenti. Le indagini sono iniziate nel febbraio del 2021 e hanno portato a individuare diversi cittadini di origine somala che percepivano il Reddito in maniera indebita. Analizzando i flussi finanziari si è scoperto che questi beneficiari effettuavano acquisti anomali e ricorrenti con la carta del Reddito in tre specifici esercizi commerciali di Milano: l’internet point, una rivendita al dettaglio di prodotti alimentari e un ristorante.
Le persone che hanno effettuato questi acquisti sono 633 e il 90% di loro è di origine somala. Tra questi 597 sono stati individuati come percettori indebiti e sono stati denunciati da 14 diverse procure della Repubblica sparsi in tutta Italia. Sono accusati dei reati di falsa attestazione del possesso dei requisiti per la corresponsione del beneficio Rdc e di truffa aggravata.
Le altre 36 persone erano in possesso dei requisiti e sono state segnalate all’Inps per indebito utilizzo del beneficio, che è stato subito sospeso. La somma di denaro riciclata dagli esercenti si attesta a circa 413mila euro, mentre l’indebita percezione ai danni dello Stato viene quantificata in 2 milioni e 374mila euro.
Come funzionava la truffa
I carabinieri hanno scoperto che i tre esercenti consentivano, già dall’ottobre del 2020, di monetizzare il beneficio economico. I cittadini stranieri versavano l’intero credito della carta tramite Pos, con pagamenti senza causa oppure con pagamenti di utenze intestate agli esercenti.
Il negozio di telefonia non commercializza beni di prima necessità per cui è possibile usufruire della carta del Reddito e ha avuto ugualmente un incremento delle transazioni con Pos di 215mila euro, con incasso mensile passato da 1.460 a 23.450 euro (+1.600%).
L’esercizio di vendita al dettaglio di prodotti alimentari ha invece dichiarato di aver incassato 4.436 euro pur avendo eseguito transazioni Pos per un totale di 179.806 euro. Il ristorante ha invece dichiarato 33.424 euro a fronte di transazioni Pos per 92.832 euro. I carabinieri hanno anche sequestrato 40mila euro in contanti, ritenuti profitti derivanti dai reati. Il commerciante dell’internet point è stato condannato a 2 anni e sei mesi dal gip, oltre a subire la confisca di 20.800 euro.