Ieri Napoli è tornata in piazza per protestare contro lo stop al Reddito di cittadinanza. Roberto Fico, presidente del comitato di garanzia del M5S ed ex presidente della Camera, rischiamo una bomba sociale?
“Le manifestazioni di piazza sono state rispettose e pacifiche ma c’è un profondo disagio sociale che tocca tante realtà territoriali: Napoli ma non solo. Penso a tutto il Mezzogiorno ma anche al Nord. Il governo sta togliendo supporto alle persone più fragili. Una scelta inaccettabile”.
È vero che aizzate le proteste?
“Noi ci stiamo battendo in Parlamento per limitare i danni del governo Meloni, lo facciamo stando con il fiato sul collo delle autorità. Lo facciamo in maniera seria e responsabile. Questa accusa la rimando al mittente”.
La Campania come la Sicilia e altre regioni del Sud pagano il prezzo più alto dallo smantellamento del Reddito di cittadinanza. Alla luce anche del ddl dell’Autonomia differenziata si può dire che questo governo sia nemico del Mezzogiorno?
“C’è una evidente ostilità nei confronti del Sud: in prima fila in questo disegno anti-meridionalista c’è certamente la Lega Nord di Salvini e Calderoli. Ma la stessa Meloni pare pronta a scambiare il suo presidenzialismo con l’autonomia. E nel farlo espone tutto il Paese a un rischio enorme. L’autonomia significa infatti un Sud più povero ma è pericolosa anche per il Nord. Siamo in un’epoca in cui ci sono grandi gruppi economici che hanno più potere degli stessi Stati e noi disgregando poteri e competenze non facciamo altro che essere più fragili”.
Cancellare il diritto al reddito di cittadinanza, dice Libera, espone anche le persone al ricatto del welfare mafioso.
“Non c’è dubbio che il Reddito di cittadinanza sia anche uno strumento contro le mafie. Perché rende le persone più libere, soprattutto in contesti in cui la criminalità organizzata può garantire un supporto economico e di fatto sostituirsi allo Stato”.
Considerando che il Governo ha stralciato dal Pnrr progetti di svariati miliardi per opere contro il degrado e per le aree più disagiate ed emarginate del Paese, possiamo dire che c’è un accanimento delle destre contro i fragili e i più poveri?
“Sulla revisione del Pnrr si vedono confusione e approssimazione. Il governo Conte ha ottenuto uno strumento rivoluzionario come il Next Generation Eu cambiando il paradigma dell’Europa con un debito comune per progetti volti alla ripresa e alla resilienza, ma questo esecutivo è incapace di portarlo avanti purtroppo. E lo dico con rammarico perché è un’occasione da non perdere per tutti noi”.
Tornando al Reddito di cittadinanza il governo è arrivato impreparato a un appuntamento annunciato mesi fa con la legge di Bilancio. Non è pronta la piattaforma per inserire la richiesta per il Supporto per la formazione e il lavoro e neanche la App collegata. I corsi di formazione sono al palo. Sindaci e Regioni in difficoltà.
“Penso che le destre abbiano avuto fretta di cancellare velocemente tutto quanto di buono fatto dal Movimento. Lo hanno fatto senza valutare l’impatto sociale delle proprie scelte. Potevano strutturare meglio una loro proposta alternativa ma si sono ritrovati in clamoroso ritardo. E ora a farne le spese sono i cittadini… Oltre tutto creando una pressione enorme sui Comuni e le loro strutture”.
Fratelli d’Italia vuole una commissione d’inchiesta sull’operato dell’ex presidente dell’Inps, Pasquale Tridico.
“Mi pare una mera provocazione, fatta da chi ha poca cultura istituzionale”.
Decreto Dignità smontato, Reddito di cittadinanza idem, no al salario minimo, ritardi sul Pnrr ottenuto da Conte premier. È una vendetta contro di voi quella del governo?
“Sembra palese l’obiettivo di smantellare alcuni provvedimenti promossi dal M5S, ma ciò che maggiormente preoccupa è che l’azione di governo non tenga conto delle persone in difficoltà e non miri a migliorare le condizioni dei lavoratori. Il caos, poi, di questi giorni con il Reddito di cittadinanza la dice lunga su come siano arrivati impreparati sul da farsi”.
La maggioranza ha deciso di rinviare il dossier sul salario minimo.
“Non è chiaramente una loro priorità. Ma vedremo se la volontà del governo di fare qualcosa per risolvere il dramma del lavoro povero sarà o meno effettiva. Noi, insieme ad altre forze di opposizione, la proposta l’abbiamo fatta in modo chiaro”.
La premier ha aperto al confronto. C’è da fidarsi?
“Aspettiamo segnali concreti”.
È giusto secondo lei in caso di bocciatura in Parlamento della proposta delle opposizioni sul salario minimo portare la battaglia nel Paese?
“Il Movimento si è mobilitato nelle scorse settimane su questo tema, come su altri, perché riteniamo sia una priorità assoluta per il Paese, e continueremo a mantenere alta l’attenzione. Intanto si lavorerà in Parlamento perché si possano fare passi in avanti significativi. Giusto lavorare su entrambi i fronti”.
È vero che il salario minimo rischia di affossare la contrattazione collettiva e di livellare i salari verso il basso?
“Non credo assolutamente che ci sia questo rischio. Anzi faremmo esattamente il contrario. L’obiettivo è dare più tutele ai lavoratori e migliorarne le condizioni portando avanti una battaglia di civiltà e dignità”.