Che le opposizioni avrebbero tentato in ogni modo di bloccare il decretone contenente le norme sul Reddito di cittadinanza e su Quota 100, era scontato. Quello che stupisce, però, è la modalità con cui si sta tentanto di frenare i due provvedimenti simbolo del governo del cambiamento. Ieri, infatti, sono piovuti sul testo circa 1.600 emendamenti, 1.570 per la precisione. Un po’ tanti, considerando che il decreto si compone di soli 29 articoli. Che la strategia sia chiaramente ostruzionistica, poi, lo rivelano i numeri gruppo parlamentare per gruppo parlamentare. Fratelli d’Italia è quello che ha presentato il maggior numero di emendamenti, 900. E desta quantomeno curiosità che il capogruppo FdI al Senato, Luca Ciriani, abbia annunciato la mole di proposte di modifica con una certa soddisfazione. Seguono Forza Italia con 236, il Pd con 185 e Leu con 130. Dalla maggioranza sono arrivate un’ottantina di richieste di modifica: 34 dal Movimento 5 Stelle e 43 dalla Lega. Impossibile per ora conoscere nel dettaglio tutte le proposte presentate: la mole – spiegano dagli uffici tecnici del Senato – rende problematica la pubblicazione di tutti gli emendamenti che, ovviamente, devono essere prima numerati.
Nel corso della giornata di ieri, però, si sono rincorse indiscrezioni sull’entità degli emendamenti e su quali siano i punti del decreto riguardo cui si chiedono modifiche. Uno degli emendamenti del M5s interviene sul primo punto, la scala di equivalenza scelta dal governo per selezionare le famiglie aventi diritto, che – come sottolineato da diversi analisti – penalizza i nuclei con oltre tre figli a carico a vantaggio di chi fa nucleo familiare a sé. La proposta di modifica prevede che sia ampliata la scala di equivalenza: alle famiglie sarebbe riconosciuta una cifra incrementata di “0,3 per ogni ulteriore componente minorenne, fino ad un massimo di 2,5″. Il precedente parametro era 0,2 a minore, fino a un massimo di 2,1. Se venisse accolto l’emendamento il beneficio massimo del reddito potrebbe arrivare a 1.530 euro al mese da 1.330 euro attuali. Il M5s propone anche una “maggiorazione del 30% dell’importo del Reddito” nei casi in cui i figli maggiorenni risultino iscritti a un corso di laurea o post laurea. Non solo: i Cinque stelle intervengono anche sui “furbetti”, con una maxi-sanzione per chi utilizza lavoratori in nero che percepiscono il Reddito di cittadinanza.
Di tenore leggermente diverso gli emendamenti presentati dalla Lega, che tentano di arginare di fatto la misura del Reddito, a cominciare dalla proposta di modifica secondo cui il Reddito “può essere rinnovato una sola volta per un periodo pari alla prima erogazione”. Un altro paletto della Lega arriva da una proposta che prevede come requisito per beneficiare del reddito che almeno uno dei componenti del nucleo familiare “abbia corrisposto, nei dieci anni precedenti, imposte e contributi da lavoro, in un qualsiasi importo e per almeno 24 mesi, anche non continuativi”. Un altro emendamento chiede che ogni mese arrivi all’Inps l’attestato dell’adempimento degli obblighi prima dell’accredito del Reddito. E, ovviamente, ce n’è anche per gli stranieri: il Carroccio, infatti, chiede anche di limitare la platea degli stranieri cassando la norma secondo cui, per chiederlo, sia sufficiente la presenza di un familiare col permesso di soggiorno.