Dopo tante polemiche, si sta per chiudere il primo round sul decretone. Lega e Movimento 5 Stelle, infatti, hanno chiuso un’intesa con alcune modifiche, approvate in questi giorni dalla commissione Lavoro del Senato, e concentrate sul Reddito di cittadinanza. Pochissimi i nuovi paletti al sussidio, dalla stretta sui “furbetti” del divorzio a quella sugli stranieri, mentre le novità annunciate per famiglie numerose e con disabili arriveranno solo alla Camera, se si troveranno le risorse.
Lo stesso per ampliare lo sconto per il riscatto della laurea. L’aumento del 20% delle multe per chi impiega in nero lavoratori stranieri irregolari o minori in età non lavorativa viene estesa anche ai beneficiari del Reddito. Niente da fare, invece, per chi assume colf e badanti: i datori di lavoro domestico non avranno incentivi se scelgono beneficiari del Reddito.
Pochissimi i ritocchi al capitolo Quota 100, con la proposta per sospendere l’assegno a terroristi e latitanti ancora in stand by sul finale dei lavori. In commissione Lavoro non è arrivata nemmeno la correzione per dare all’Inps non solo un presidente ma anche un vice, modifica che però potrebbe essere presentata in Aula a Palazzo Madama, dove il testo approderà lunedì. Annunciato, ma ancora non ripresentato, anche il taglio delle pensioni dei sindacalisti, dopo che il Movimento ha ritirato la sua proposta in commissione.
Diverse, ancora, le proposte ritirate ma che non è detto non vengano ripresentate e ridiscusse in seguito: la Lega, dopo l’accordo con l’alleato, ha ritirato, tra le altre, la proposta di consentire un solo rinnovo al Reddito e anche quella che chiedeva di non sommare il bonus per le assunzioni al Sud con gli incentivi a chi assume i beneficiari. Il Governo ha annunciato di lavorare per ampliare alle trasformazioni a tempo indeterminato e ai lavori a tempo parziale le mensilità destinate alle imprese. Vedremo cosa accadrà appena il testo arriverà in Aula.