Aumentano le famiglie in povertà assoluta nel 2020 ma le misure messe in campo dai governi Conte – dal Reddito di cittadinanza al Reddito di emergenza – contengono i danni. E’ quanto ribadisce l’Istat nella memoria trasmessa al Parlamento sul decreto Sostegni.
Il Reddito di Cittadinanza ha evitato una catastrofe
Sulla base delle stime preliminari, nel 2020 risultano essere oltre 2 milioni le famiglie in povertà assoluta, il 7,7% del totale. Con un marcato aumento rispetto al 2019 (+335 mila famiglie), quando l’incidenza era pari al 6,4%. In termini di individui coinvolti, si tratta di un incremento di oltre un milione di persone (da 4,6 a 5,6 milioni). Con un aumento dell’incidenza dal 7,7% al 9,4% e l’annullamento dei miglioramenti registrati fra il 2018 e il 2019.
Per la prima volta dal 2014, infatti, l’incidenza della povertà assoluta era risultata nel 2019 in significativa riduzione rispetto all’anno precedente. Sia in termini di famiglie (dal 7,0 al 6,4%) che di individui coinvolti (dall’8,4 al 7,7%). Nell’anno della pandemia, invece, la povertà assoluta ha raggiunto, in Italia, i valori più elevati da quando è disponibile la serie storica per questo indicatore, il 2005. Il valore dell’intensità della povertà assoluta, cioè la distanza media dei consumi delle famiglie dalla soglia di povertà, ha subìto invece una riduzione (dal 20,3% al 18,7%). Ed ecco qui il ruolo di “ammortizzatori” svolto da Reddito di cittadinanza e Rem.
Reddito di emergenza e Rdc
“Tal dinamica – sostiene l’Istituto nazionale di statistica – segnala come molte famiglie, che nel 2020 sono scivolate sotto la soglia di povertà, hanno comunque mantenuto una spesa per consumi prossima ad essa, grazie anche alle misure messe in campo dal governo a sostegno dei cittadini (Reddito di cittadinanza, Reddito di emergenza, ecc.)”. “Dalla memoria trasmessa dall’Istat – scrivono i deputati M5S in commissione Lavoro – emerge l’urgenza, per governo e Parlamento, di continuare a mettere in campo nuovi e tempestivi interventi per fronteggiare la crescita della povertà causata dalla pandemia di Covid-19.
Quest’ultima, come rilevato dall’Istituto di statistica, ha purtroppo azzerato i miglioramenti che si erano registrati nel 2019. Quando, grazie al Reddito di cittadinanza, per la prima volta dal 2014 l’incidenza della povertà assoluta si era ridotta sia in termini di famiglie (-0,6%) sia di individui coinvolti (-0,7%) rispetto all’anno prima. Dal documento dell’Istat emerge però anche un dato in controtendenza. Il valore dell’intensità della povertà assoluta, cioè la distanza media dei consumi delle famiglie dalla soglia di povertà, si è ridotta dell’1,6%. Grazie appunto al Reddito di cittadinanza e al Reddito di emergenza.
“Questi interventi, fortemente voluti dal M5S, si confermano centrali per sostenere chi è più in difficoltà. Lavoriamo, già a partire dal prossimo scostamento di bilancio, per un loro rafforzamento”, concludono i parlamentari pentastellati. Dal punto di vista territoriale, rileva sempre l’Istat, l’incremento della povertà assoluta risulta più marcato nelle regioni del Nord, con un’incidenza in salita dal 5,8 al 7,6% a livello familiare (e dal 6,8 al 9,4% in termini di individui). Peggiorano, anche se in misura meno consistente, le altre ripartizioni territoriali. Il Mezzogiorno resta l’area dove la povertà assoluta è più elevata, coinvolgendo il 9,3% delle famiglie e l’11,1% degli individui.