Si è registrato un “sostanziale accordo” di tutti i partecipanti alla cabina di regia sulla governance del Recovery plan. Lo affermano fonti qualificate di governo, citate dall’agenzia Ansa, al termine della riunione di oggi tra il premier Mario Draghi e i ministri rappresentanti della maggioranza.
Il decreto legge, che arriverà in Consiglio dei ministri, entro la fine della settimana, delinea un sistema di governance articolato su tre distinti livelli: un livello politico, con cabina di regia a Palazzo Chigi e direzione generale al Mef; un livello di dialogo sociale, attraverso un tavolo permanente con parti sociali ed enti territoriali; un livello tecnico, con una segreteria tecnica presso la presidenza del Consiglio.
Il decreto dedicato alla governance del Recovery plan, sempre secondo quanto riferiscono fonti dell’Esecutivo citate dall’Ansa, conterrà anche le misure per il reclutamento del personale necessario all’attuazione del Pnrr.
“Il modo migliore e più rapido per spendere entro 3 anni gli oltre 200 miliardi di euro che ci arrivano dal fondo Next Generation Eu, è parlare con gli amministratori dei territori, e quindi con i sindaci” ha detto il ministro degli Affari esteri, Luigi Di Maio, parlando del Recovery plan. “Dovremo coinvolgere anche gli stake holders – ha aggiunto l’esponente dell’esecutivo -, come imprenditori, rappresentanti di categoria e così via, ma ritengo che per prima cosa bisogna discutere con gli amministratori territoriali che spenderanno questi soldi, quindi i primi cittadini, per capire come intervenire nelle procedure della Pubblica amministrazione”.
“Bene che Enrico Letta e Luigi Di Maio parlino di semplificazioni necessarie partendo dal coinvolgimento dei sindaci. Legalità e velocità possono e devono andare insieme. Se non lo faremo davvero perderemo tutti e 210 miliardi del #RecoveryPlan” ha scritto su Twitter, sempre a proposito del Recovery plan, il sindaco di Firenze, Dario Nardella.
“Tutti parlano di Recovery Fund – ha commentato, invece, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani – però comincio ad avere il dubbio che si sia molto centralizzato. Ho letto tutte le quasi 300 pagine approvate dal Parlamento il 30 aprile: è una bella narrazione, ma ora bisogna entrare sul concreto. I progetti nel momento in cui ci materializzano hanno bisogno di operatività, e quindi ho la sensazione che ci vorrà un po’ di tempo perché avvenga questa operatività”.