“Sbaglieremmo tutti a pensare che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, pur nella sua storica importanza, sia solo un insieme di progetti tanto necessari quanto ambiziosi. Vi proporrei di leggerlo in altro modo, metteteci dentro le vite degli italiani, le attese di chi più ha sofferto gli effetti della pandemia, l’ansia dei territori svantaggiati, ma nell’insieme dei programmi che oggi presento c’è anche il destino del paese”. È quanto ha detto il premier, Mario Draghi, nel corso delle comunicazioni alla Camera sul Recovery Plan (qui per conoscere cosa contiene).
“Vorrei ringraziarvi per il lavoro di interlocuzione, la buona riuscita del piano richiede uno sforzo corale e un dialogo aperto e costruttivo”, ha sottolineato il presidente del Consiglio rivolgendosi ai deputati. “Nel piano – ha aggiunto Draghi – ci sono tre obiettivi principali: l’orizzonte temporale ravvicinato per riparare i danni dalla crisi pandemica. La pandemia ci ha colpito di più, abbiamo raggiunto il numero di quasi 120mila morti”.
“Il Piano – ha evidenziato il premier – ha effetti significativi sulle principali variabili economiche. Nel 2026 il PIL sarà di circa 3,6 punti percentuali superiore rispetto a uno scenario di riferimento che non tiene conto dell’attuazione del Piano. Ne beneficia anche l’occupazione che sarà più elevata, di 3,2 punti percentuali rispetto allo scenario base nel triennio 2024-2026”.
“Il governo del Piano – ha aggiunto Draghi – è strutturato su diversi livelli. L’attuazione delle iniziative e delle riforme, nonché la gestione delle risorse finanziarie, sono responsabilità dei Ministeri e le autorità locali, che sono chiamati a uno straordinario impegno in termini di organizzazione, programmazione e gestione. Le funzioni di monitoraggio, controllo e rendicontazione e i contatti con la Commissione Europea sono affidati al Ministero dell’Economia e delle Finanze”.
“Oltre al Pnrr da 191,5 miliardi e al Piano complementare da 30,6 miliardi “sono stati stanziati, inoltre, entro il 2032, ulteriori 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche”. “È poi previsto il reintegro delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, utilizzate nell’ambito del dispositivo europeo per il potenziamento dei progetti ivi previsti per 15,5 miliardi. Nel complesso potremo disporre di circa 248 miliardi di euro”, ha detto ancora Draghi nel corso della sua informativa alla Camera sul Recovery plan. “A tali risorse, si aggiungono poi quelle rese disponibili dal programma REACT-EU che vengono spese negli anni 2021-2023. Fondi per ulteriori 13 mld”.
“Infine – ha detto ancora il premier -, è prevista una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio, con il compito tra l’altro di interloquire con le amministrazioni responsabili in caso di riscontrate criticità nell’attuazione del Piano. Voglio sottolineare l’importante ruolo svolto da Regioni ed Enti locali nell’ambito dell’attuazione del Piano. Sono infatti responsabili della realizzazione di quasi 90 miliardi di investimenti, circa il 40 percento del totale, in particolare con riferimento alla transizione ecologica, all’inclusione e coesione sociale e alla salute”.
“Per il Superbonus al 110% sono previsti, tra PNRR e Fondo complementare, oltre 18 miliardi, le stesse risorse stanziate dal precedente governo. Non c’è alcun taglio” ha detto Draghi alla Camera durante il suo intervento dedicato al Recovery plan specificando che “la misura è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno 2023 solo per le case popolari (Iacp)”. “È un provvedimento – ha aggiunto il presidente del Consiglio – importante per il settore delle costruzioni e per l’ambiente. Per il futuro, il governo si impegna a inserire nel disegno di legge di bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021”.
https://youtu.be/Pt46bD2RqU4