“In Europa abbiamo lanciato un piano da 750 miliardi di euro, chiamato Next Generation Ue. Uno degli obiettivi del Piano è supportare la transizione ambientale in Europa. Il 10% del piano europeo, circa 70 miliardi di euro, andrà in investimenti in infrastrutture green, economia circolare e mobilità sostenibile solo in Italia”. E’ quanto ha detto il premier, Mario Draghi, a proposito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che approderà domani in Consiglio dei ministri. Il Recovery plan, secondo la road map tracciata da Palazzo Chigi, sarà presentato alle Camere lunedì e martedì che dovranno esprimersi con un voto dopo l’informativa del presidente del Consiglio. Entro il 30 aprile sarà inviato a Bruxelles.
La bozza del Recovery plan è stato oggetto di una riunione in mattinata a Palazzo Chigi in mattinata, tra lo stesso premier Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco con i capidelegazione e i ministri coinvolti nell’elaborazione della bozza del Pnrr. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ammonta complessivamente a 221,5 miliardi, di cui 191,5 riferibili al Recovery fund e 30 miliardi di fondo complementare. Sei le missioni: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, con 42,5 miliardi; rivoluzione verde e transizione ecologica con 57 miliardi; infrastrutture per la mobilità sostenibile con 25,3 mld; istruzione e ricerca con 31,9 mld; inclusione e coesione con 19,1 mld; salute con 15,6 mld.
Le sei missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza, secondo quanto si legge nella bozza del Recovery plan, saranno accompagnate anche da due riforme strutturali della giustizia e della Pubblica amministrazione, prevede una bozza elaborata in vista del Consiglio dei ministri. Nel documento vengono citate altre riforme giudicate “abilitanti”, come le semplificazioni per la concessione di permessi e autorizzazioni e interventi sul codice degli appalti. Il governo pensa anche a “riforme settoriali specifiche come nuove regole per la produzione di rinnovabili e interventi sul contratto di programma per le Ferrovie”.
Per quel che riguarda la governance del Pnrr, si legge ancora nella bozza del Recovery plan, c’è la “responsabilità diretta delle strutture operative coinvolte: ministeri ed enti locali e territoriali per la realizzazione degli investimenti e delle riforme entro i tempi concordati e la gestione regolare corretta ed efficace delle risorse”. “Monitoraggio, rendicontazione e trasparenza”, si legge, saranno “incentrate al Ministero dell’economia che monitora e controlla il progresso dell’attuazione di riforme e investimenti e funge da punto di contatto unico per le comunicazioni con la Commissione Ue”.
La quota più alta dei 30 miliardi del fondo ‘extra’ Recovery plan andrebbero a rimpinguare la missione “Rivoluzione green e transizione ecologica”: al green, secondo quanto si legge nella bozza, andrebbero quasi 12 miliardi, (11,65) di cui 8,25 per il Superbonus. Le cifre sono ancora oggetti di limature. Altri 6,13 miliardi spetterebbero rispettivamente a digitale e mobilità (dalla banda larga e il 5G che prendono 1,4 miliardi a un sistema di monitoraggio da remoto di ponti, tunnel e viadotti che guadagna 1,15 miliardi), 3,25 miliardi andrebbero a progetti legati alla missione “Inclusione e Coesione” e 2,89 alla sanità. Il nuovo Piano nazionale di ripresa e resilienza conferma, inoltre, 19,72 miliardi per la sanità, si apprende da fonti ministeriali. In totale sarebbero previsti 15,62 miliardi nel Pnrr, più 1,71 miliardi di React Eu, più 2,39 miliardi nel fondo complementare.
Aumentano anche le risorse destinate all’istruzione e alla ricerca. Nella precedente bozza del Pnrr da 210,9 mld le risorse ammontavano a 26,66 miliardi, mentre quella che approderà domani in Consiglio dei ministri, che ha un valore di 191,5 mld, all’istruzione vanno 31,9 miliardi, di cui 24,1 miliardi per nuovi progetti e 7,7 miliardi per progetti in essere.