Una busta contenente un proiettile calibro 7,65 è stata recapitata stamani al presidente della Commissione antimafia dell’Assemblea regionale siciliana, Claudio Fava. La busta, assieme ad altra corrispondenza, è arrivata negli uffici della commissione che si trovano a Palazzo dei Normanni, sede dell’Ars.
Il plico è stato aperto da alcuni collaboratori di Fava che hanno immediatamente avvertito la Digos che ora indaga sull’accaduto. La busta, che conteneva solo il proiettile, è stata sequestrata. La commissione regionale Antimafia, sotto la guida di Fava, figlio del giornalista Pippo, assassinato dalla mafia nel 1984, si sta occupando del cosiddetto sistema Montante e dei depistaggi della strage di via D’Amelio. La scorsa settimana, inoltre, l’Ars ha approvato il ddl, voluto proprio dallo stesso Fava, che obbliga i deputati regionali a dichiarare l’eventuale appartenenza a logge massoniche.
“Non ho dichiarazioni in merito. Sicuramente il nostro lavoro andrà avanti” ha detto Fava commentando vicenda della busta. Solidarietà al presidente della commissione regionale antimafia è stata espressa dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ha definito l’episodio “estremamente inquietante” e da non sottovalutare. “Sono certo – ha detto Orlando – che non intaccherà minimamente la determinazione con cui Claudio Fava porta avanti il suo lavoro di Presidente dell’Antimafia Regionale, ma ciò non toglie che si tratta di un fatto grave, sul quale sono certo sarà massima l’attenzione degli inquirenti e degli organi di sicurezza”.
“Si tratta di un atto vile e indegno di un Paese civile” ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini, manifestando la volontà di incontrare al più presto Fava. “Solidarietà e vicinanza al presidente Fava – ha detto il titolare del Viminale -, al quale mi accomuna l’impegno ad una battaglia senza frontiere contro tutte le mafie”.