“Sono uno che ha lavorato sempre, ho portato il nome di Forza Italia e di Berlusconi nel mondo”. Ma nonostante questo stavolta “mi hanno trattato come un ragazzino di sette/otto anni, però io il mese prossimo ne faccio settanta: apprendere dai giornali e non dal partito della mia mancata ricandidatura è stata una mazzata che mi ha fatto malissimo”. Fra un colpo di tosse e l’altro, complice l’influenza di stagione, Antonio Razzi non nasconde la propria amarezza per essersi ritrovato fuori dalla liste di FI, proprio mentre “gente che ha tradito il Cavaliere, che ha votato per estrometterlo dal Senato sta lì”, uscita dalla porta e rientrata dalla finestra. “Io comunque aspetto la chiamata del presidente – avverte il senatore abruzzese reso celebre dall’imitazione di Crozza –. Finché non mi parla lui, il secondo amore della mia vita dopo mia moglie, a questo non credo”.
Da Arcore non ha ricevuto ancora nessuna chiamata?
“No, non s’è fatto sentire nessuno”.
Ma chi è che ha voluto farla fuori?
“Gli invidiosi, quelli che non hanno mai apprezzato la mia popolarità sia in Italia sia all’estero. Qualcuno è geloso pure dell’imitazione di Crozza. Ma che devo fare? Quello fa il suo mestiere, che colpa ne ho io?”.
C’è chi per esempio le rimprovera il suo modo di fare a volte poco istituzionale…
“Da quando nel 2010 sono passato a Forza Italia non ho mai sbagliato. Sono uno equilibrato, con la testa sulle spalle. Conosco diverse lingue e ho rispetto per le culture degli altri Paesi. Sulla politica estera non mi batte nessuno, come ho dimostrato quando mi sono battuto contro la decisione del ministro Alfano di espellere l’ambasciatore nordcoreano”.
Che farà adesso?
“Non c’ho ancora pensato, sono distrutto”.
Avrà più tempo per viaggiare, no?
“Sto in mano al presidente Berlusconi. Se mi dice ‘guarda Antonio, non ti posso candidare perché vogliamo fare un cambiamento, candidiamo gente nuova, i giovani…’ ci sto. Fino ad allora, come dice Crozza, a questo non credo”.
Twitter: @GiorgioVelardi