Ramy ucciso (forse) da un semaforo. E intanto la Lega soffia sul fuoco dell’odio

Ramy sarebbe morto per la lacerazione dell'aorta e non per l'impatto con l'auto dei Carabinieri. Intanto al Corvetto presidi e tensioni.

Ramy ucciso (forse) da un semaforo. E intanto la Lega soffia sul fuoco dell’odio

Nessuna lesione letale o importante alla testa e al cranio. È quanto emerso ieri dall’autopsia sul corpo di Ramy Elgaml, il 19enne egiziano morto in moto nella notte tra sabato e domenica a Milano, dopo essere stato inseguito da una pattuglia dei carabinieri.

Una sorpresa per gli inquirenti che indagano sui fatti che hanno portato a notti di tensione e rivolte nel quartiere Corvetto: Ramy viaggiava senza casco, dopo averlo perso nel corso dell’inseguimento, e ci si attendeva che i medici legali rilevassero una compressione cranica pesante a seguito della caduta sull’asfalto dallo scooter guidato da un 22enne tunisino.

L’ipotesi è che Ramy sia stato colpito dal semaforo abbattuto dall’auto dei Carabinieri

A causare invece il decesso del 19enne sarebbe stata la lacerazione dell’aorta che ne avrebbe provocato la morte in pochi minuti. Un’ipotesi al vaglio è che, dopo la caduta, il giovane sia stato travolto dal semaforo divelto dall’auto dei carabinieri all’inseguimento dei due ragazzi. Al momento, sembra comunque escluso che la morte sia stata causata dall’impatto diretto con l’auto dei carabinieri.

Dettaglio fondamentale per l’inchiesta, che vede indagati per omicidio stradale sia il militare al volante della gazzella, sia il 22enne alla guida dello scooter ancora in ospedale, arrestato anche per resistenza aggravata, e per il quale il gip ha disposto i domiciliari. La Procura comunque non ha concesso il nulla osta al rilascio della salma di Elgaml alla famiglia perché ha disposto ulteriori accertamenti sul cadavere. Verranno svolti esami tossicologici anche se il ragazzo alla guida.

Il flashmob della Lega: “Qui vivono ragazzi che odiano l’Occidente”

Ma ieri, oltre all’autopsia, è stato anche il giorno del flash mob della Lega a Corvetto, il quartiere colpito da tre notti di disordini. Un presidio, quello del Carroccio, che mirava a gettare benzina sul fuoco (che fortunatamente non è divampato per la massiccia presenza delle forze dell’ordine). Protagonista, l’eurodeputata Silvia Sardone: “Qua ci sono ragazzi anche di seconda e terza generazione – ha detto Sardone – che non si sono integrati, non vogliono integrarsi, non si sentono italiani, ci odiano per quello che siamo, odiano l’Occidente. Noi siamo qua in presidio come Lega per dire quello che siamo e per rivendicare il fatto che Milano è dei milanesi”.

Anche Matteo Salvini aveva offerto la sua buona dose di provocazioni, ribadendo il suo “’totale sostegno alle forze dell’ordine che sono state costrette a fronteggiare la rivolta di giovani immigrati violenti”. Stamattina, invece, sempre al Corvetto ci sarà il presidio di Fratelli d’Italia “per ringraziare le Forze dell’Ordine per l’impegno quotidiano nella tutela della sicurezza della nostra comunità”.

I cortei a Milano e Roma

E sempre da Corvetto poco prima di mezzanotte sono partiti i bus dei Giovani palestinesi diretti alla manifestazione di oggi a Roma. Oltre a quello nella Capitale, oggi è previsto un secondo corteo nazionale a Milano, dove sotto attese circa 3mila persone. Per questa sera, invece, è in programma alle 19 la fiaccolata in ricordo di Ramy.

La fiaccolata per Ramy che il padre non vuole

Una marcia dal quale ha preso però le distanze il padre del 19enne: “Non è il momento di fare una fiaccolata, quando bendiamo Ramy andremo al cimitero. Se vogliamo fare una fiaccolata non c’è problema ma noi siamo lontani da questa cosa, restiamo a casa”, ha detto infatti Yehia Elgaml. “Ho mandato un messaggio per questi ragazzi che fanno casino – ha aggiunto fuori dall’obitorio dove è stata eseguita l’autopsia – noi siamo lontani da questa cosa. Ho detto basta violenza, non accendere fuochi nelle strade perché Ramy non vuole questa cosa. Per favore, lasciate stare le brutte figure, non fate niente”.

“Io ho fiducia nella giustizia, ho fiducia nei Carabinieri, ho fiducia nella polizia italiana, nella polizia locale, io ho fiducia in tutti e rispetto tutti”, ha aggiunto il padre, spiegando che quella di ieri “è una giornata difficilissima, io sono senza il pezzo più grande del mio cuore”.

La fidanzata di Ramy: “Se qualcuno ha sbagliato, paghi”

“Non vogliamo niente, non abbiamo soldi, niente, vogliamo solo giustizia e verità, vogliamo sapere cosa è successo al nostro Ramy. Lhanno portato via, se ce l’ha portato via davvero qualcuno, vogliamo delle risposte perché adesso abbiamo solo un grande punto di domanda”, ha detto invece la fidanzata di Ramy, Neda, 19 anni, in un video realizzato dal presidente della comunità egiziana, Aly Harhash, “Se c’è qualcuno che ha sbagliato – ha aggiunto – paghi”.