Più volte rinviata, l’audizione del presidente e dell’amministratore delegato della Rai, Marcello Foa e Fabrizio Salini, è stata, alla fine, confermata per martedì prossimo in Vigilanza. A tenere banco sarà il nuovo Piano industriale presentato dall’ad di Viale Mazzini. Ma, varcate le soglie di Palazzo San Macuto, il vero osservato speciale sarà soprattutto Foa. Motivo: la sua doppia poltrona di presidente del Cda e di Raicom, messa nel mirino dal Movimento Cinque Stelle.
Una vicenda che, di certo, non sarà lasciata cadere nel nulla. Considerato anche quanto il tema del conflitto d’interessi sia sentito all’interno del Movimento. D’altra parte, in un’intervista rilasciata nei giorni scorsi proprio a La Notizia, il vicepresidente M5S della commissione di Vigilanza, Primo Di Nicola, era stato chiaro: “Sono rimasto sorpreso quando, dopo molte insistenze, alla presidenza di Raicom si è insediato lo stesso presidente di Rai Spa Foa. Creando, anche a detta degli esperti, una situazione di conflitto d’interessi con il controllore che sarà anche il controllato. Di certo, per la Rai del cambiamento non è stato un buon segnale. Mi aspetto una celere rivisitazione del dossier”.
Tradotto: i Cinque Stelle si aspettano che Foa faccia un passo indietro. Magari presentandosi dimissionario da Raicom già martedì in Vigilanza o che annunci le sue dimissioni nel corso della stessa audizione. Un’intervista, quella di Di Nicola, che ha generato forte allarme ai piani alti di Viale Mazzini. Che la posizione del Movimento sia, del resto, irremovibile dovrebbe essere ormai chiaro anche al presidente del Cda Rai. Da quanto risulta a La Notizia, infatti, negli ultimi giorni Foa avrebbe affidato ad alcuni emissari il compito di sondare le effettive intenzioni dei Cinque Stelle, in particolare, dello stesso Di Nicola. E l’ambasciata non sarebbe stata delle più confortanti. L’impressione emersa – e riferita a Foa – da questi contatti è che la questione Raicom sia stata presa molto sul serio dal Movimento e dal vice presidente della Vigilanza.
D’altra parte, chi all’interno della Rai ha avuto modo di parlargli, racconta di un Di Nicola determinatissimo: “Io mi sono speso per la nomina di Foa alla presidenza del Cda nella convinzione che avrebbe onorato il suo ruolo di garanzia, un ruolo che esclude qualsiasi incarico gestionale – avrebbe detto il senatore M5S -. E anche per questo la situazione che si è determinata è intollerabile: quando ci sarà da stabilire le risorse da assegnare a Raicom cosa succederà? Il Foa presidente della Rai deciderà sulla richiesta avanzata dal Foa presidente di una controllata della stessa Rai? Una eventualità semplicemente inaccettabile”.
Una posizione, tra l’altro, quella di Di Nicola, che ha incassato apprezzamenti da importanti settori di Viale Mazzini, rimasti sconcertati dalla scelta di Foa. Resta da capire, vista la piega presa dalla vicenda, come si regolerà il presidente Rai: rimuoverà il conflitto di interessi addebitatogli dai Cinque Stelle o correrà il rischio che l’audizione di martedì in Vigilanza si trasformi in un processo nei suoi confronti? A lui la scelta.