D’accordo, sul programma del sabato pomeriggio condotto da Paola Perego e chiuso d’imperio dal vertice della Rai c’è poco da dire. Qualunque corte non avrebbe concesso nemmeno le attenuanti generiche, irrogando il massimo della pena. Ma, palinsesti alla mano, quali sono i programmi dell’emittente pubblica che si salvano davvero, talk show politici compresi? Pochi, pochissimi. Al punto che se puntate i fari su i prodotti sportivi viene da chiedere la riabilitazione della Perego. Ciò che produce RaiSport, soprattutto da quando la direzione della testata è stata affidata Gabriele Romagnali, assomiglia sempre più alla Caporetto dei programmi tv. Ascolti in calo e credibilità in caduta libera, nonostante la pletora di opinionisti (a partire da Mario Sconcerti) la cui presenza in video è sempre meno giustificata e giustificabile. Insomma, un disastro totale, reso ancor più grave dal fatto che la Rai, un pezzo alla volta, ha perso tutti i diritti sportivi delle grandi manifestazioni, finendo per trasmettere poche cose e non sempre al meglio. Tanto che lo stesso direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, in commissione di Vigilanza aveva messo le mani avanti proprio su questo tema. La corsa al rialzo dei prezzi sta mettendo fuori gioco la Rai, tanto che “sulla strategia sportiva stiamo cercando di concentrarci su un numero di eventi significativi per la tv, dove però ci troviamo di fronte a prezzi sempre maggiorati. Sulla radio vogliamo conservare la forza che abbiamo”. Se non è una resa, gli assomiglia molto.
Caos totale – Dato il quadro non è affatto una sorpresa la sciopero indetto dai giornalisti della testata giornalistica della Rai per il prossimo 9 aprile, domenica, quando tutti i programmi sportivi della Rai resteranno muti. A rischio i servizi della giornata di Serie A, che ha negli impegni delle due squadre capitoline gli incontri di cartello: Lazio-Napoli e Bologna-Roma. L’agitazione, di fatto, è la diretta conseguenza del voto di sfiducia nei confronti del direttore registrato al termine dell’assemblea della Tgs di qualche settimana fa. Da quel momento la linea del dialogo fra direzione e redazione si è spezzata. I giornalisti di RaiSport, in particolare, oltre a rinnovare la richiesta di un confronto con il direttore, sono preoccupati per la mancata digitalizzazione e il persistente calo degli ascolti di tutti i programmi. Sullo sfondo, poi, c’è la questione della chiusura di RaiSport 2 e l’incertezza sui futuri acquisti dei diritti sportivi delle competizioni più importanti. Da adesso in poi ci sono cinque giorni di tempo per scongiurare lo sciopero. E la palla passa al direttore Gabriele Romagnoli e all’azienda la quale si ritrova fra le mani un altro fronte rovente.
Del resto che in Rai le cose non stiano andando per il verso giusto lo dimostra il fatto che domenica scorsa non è andato in onda lo storico programma Rai dedicato alle gare di serie A della domenica. Le telecamere degli studi milanesi di Quelli che il calcio sono rimaste spente a causa dello sciopero indetto dagli operatori dell’emittente pubblica. Perché la Rai non è solo giornalisti, ma anche maestranze varie. Si è trattato di un vero e proprio colpo per tutti gli appassionati di calcio e tutti gli storici affezionati telespettatori di una trasmissione che negli anni è diventata un vero e proprio cult del piccolo schermo italiano. Alla luce della prossima sosta del campionato dovuta agli impegni delle nazionali, quindi, Nicola Savino e tutta la band di Quelli che il calcio tornerà in onda direttamente nel mese di aprile.