ratificata dalla stessa Vigilanza la nomina espressa dal Consiglio di amministrazione che si riunirà oggi pomeriggio. Aspettando di capire cosa deciderà di fare il Cda – procedere alla nomina o aggiornarsi a dopo l’estate – restano sul campo le posizioni contrapposte dei gruppi parlamentari.
Le posizioni – Da un lato la Lega che continua a tenere il punto sul nome, già indicato dal Cda ma bocciato in Vigilanza, di Marcello Foa. “Il professionista migliore per il ruolo di presidente. Se il Pd vuole, nei fatti, il bene della Rai abbassi i toni e rispetti i ruoli, aiutandoci a voltare pagina dopo la disastrosa gestione renziana”, mettono in chiaro Massimiliano Capitanio e Paolo Tiramani, segretario e capogruppo del Carroccio in commissione di Vigilanza. Dall’altro il Movimento 5 Stelle. Che con il vicepremier Luigi Di Maio mette in chiaro: “Per quanto mi riguarda il Cda è pienamente operativo. Bisogna eleggere il presidente della Rai, la legge dice che serve un’intesa tra i gruppi e fino a quando non c’è questa intesa non c’è un presidente”. Insomma, nessuna guerra di religione sui nomi, anche per tenere fuori la politica da una nomina che, legge alla mano, spetta all’autonoma decisione del Cda di un’azienda, per quanto pubblica. Ma non è da escludere neppure che, dopo la bocciatura di Foa da parte di Forza Italia nell’ultima seduta della Vigilanza, il dialogo tra il partito del Cavaliere e il Carroccio – che continua a puntare ancora su Foa – sia ripreso un dialogo per sbloccare la partita. Una partita che, da Viale Mazzini, si gioca ora su un campo allargato che mette sul tavolo anche le intese politiche in vista delle prossime Regionali e gli equilibri stessi del Centrodestra. Quel secondo forno, in altre parole, che Matteo Salvini sembra intenzionato a tenere non solo aperto ma anche in caldo qualora, per qualsiasi ragione, l’alleanza di Governo con i Cinque Stelle dovesse dare segnali di cedimento.