Ormai è tutti contro tutti, in Rai. A rinfocolare le polemiche la difesa dell’Ad Roberto Sergio contenuta nella relazione sulla mancata copertura delle elezioni francesi pretesa dalla presidente della Commissione di Vigilanza, Barbara Floridia. Un documento nel quale l’Amministratore delegato spiega che sarebbe una bugia l’asserita mancata copertura dell’evento, ed elenca una serie di numeri a dimostrazione dell’ampia copertura dei ballottaggi, su tutte le reti Rai. Per Sergio la chiusura della maggior parte dei seggi francesi alle 20, avrebbe permesso ai tg generalisti di dare la notizia, tanto che, secondo i (suoi) calcoli, la Rai avrebbe dedicato al tema oltre 9 ore di informazione.
Surreale la ricostruzione di Sergio
Una ricostruzione parziale, secondo le opposizioni, in base alla quale, in pratica, avrebbe sbagliato buona parte delle le emittenti del globo a mandare in onda approfondimenti e dirette dopo la chiusura dei seggi. A colpire, poi, è la difesa d’ufficio del direttore meloniano di RaiNews24, Paolo Petrecca, oggetto delle critiche di tutta l’opposizione e della sua stessa redazione per la scelta di trasmettere la diretta del festival identitario di Pomezia, al posto della diretta francese. Per Sergio il canale all news ha dedicato uno speciale di un’ora sulla Francia e dalle 18 della domenica alle 6 del lunedì il 44,6% del tempo notizia del canale è stato dedicato alle elezioni.
I conteggi sballati
Peccato che eviti di accennare che il festival identitario è stato mandato in onda in prima serata, proprio subito dopo la chiusura dei seggi. Inoltre i conteggi di Sergio sommano le trasmissioni di domenica e lunedì, non dei singoli giorni. Insomma, molta fantasia e una buona dose di arrampicata sugli specchi.
La pioggia di critiche
“L’Ad ai si esibisce in un esercizio di negazione della realtà, accroccando cifre e numeri senza spiegare la reale motivazione per la quale una rete all-news dovrebbe collegarsi con un festival sovranista a Pomezia mentre ci sono i risultati di una delle elezioni più importanti in Europa negli ultimi anni”, attacca l’M5s, Dario Carotenuto. “Sergio si concentra sulla quantità, vale a dire sui minuti dedicati alle elezioni ma non sulla qualità del servizio reso. Sommare il tempo delle trasmissioni della notte fonda a quello della sera è una buffonata che offende l’intelligenza altrui. Ma soprattutto non c’è traccia di alcun accenno di responsabilità, nemmeno l’ombra di un ‘avremmo potuto far meglio’”.
Di “lettera irricevibile” parla il Pd Francesco Verducci, “Tecnicamente è una presa in giro, e in quanto tale aggrava una situazione già imbarazzante e insostenibile di continua mortificazione del pluralismo e del servizio pubblico”. “Quanto avvenuto a Rainews – aggiunge Verducci – è gravissimo. L’azienda non può far finta di nulla. Il Direttore Petrecca non può rimanere al suo posto solo perché considerato intoccabile vista la sua esplicita e sbandierata militanza nel partito della Presidente del Consiglio”. Tanto che il Pd ha chiesto la convocazione in commissione di Petrecca e la sua sfiducia.
L’Ad contro la presidente Marinella Soldi
Poche ore prima, Sergio aveva anche risposto a muso duro alla presidente (da Statuto di garanzia) del Cda Rai, Marinella Soldi, che nei giorni scorsi aveva sollecitato “una maggiore attenzione alla qualità dell’informazione’’, accusandola di danneggiare il servizio pubblico.
Nuovo fronte dalla Lega sulla Rai
Ma la guerra in Rai corre anche tra nelle file della maggioranza, alimentata dallo scontro per il prossimo rinnovo dei vertici Rai. Una guerra testimoniata dal ritardo col quale Meloni sta affrontando la vicenda. Così si comprende l’attacco di ieri della Lega agli attuali vertici della tv pubblica: la senatrice Tilde Minasi, componente della commissione Vigilanza, ha infatti annunciato un’interrogazione a Sergio sulla gestione dei costi sostenuti dalla Direzione Approfondimento della Rai. Intende sapere “quali sono le somme complessive spese negli ultimi cinque anni”. Un colpo diretto al melonianissimo Paolo Corsini, quello che sul palco di Atreju aveva parlato del “nostro partito” riferendosi a Fratelli d’Italia, definendosi “militante”. “Finalmente anche la maggioranza se ne accorge: la Rai è fuori controllo”, commentano i senatori Pd, “Al punto che la Lega presenta un’interrogazione contro la direzione approfondimento gestita da Paolo Corsini. Al governo tutti contro tutti, a TeleMeloni tutti contro la dignità dei giornalisti e contro il servizio pubblico. Uno sfascio a cui pare nessuno riesce a porre argini”.
Rai condannata per comportamento antisindacale
Dulcis in fundo, sempre ieri il giudice ha condannato la Rai per comportamento antisindacale durante lo sciopero del 6 maggio scorso, fa sapere l’Esecutivo Usigrai. Il tribunale del lavoro di Roma ha infatti riconosciuto che il 6 maggio sono stati messi in atto comportamenti antisindacali da parte dell’azienda di viale Mazzini. “Per l’Usigrai è solo il primo passo di una battaglia sui diritti che porterà la Rai davanti ai giudici del lavoro di Pescara e Bari per altre violazioni che hanno caratterizzato quella giornata di sciopero”, fa sapere il sindacato. Tutti contro tutti. Appunto.