La radio si conferma un’ottima compagna di viaggio. Tanto che nel corso del 2017 i radioascoltatori risultano addirittura in crescita rispetto all’anno precedente. Non sempre, però, al numero degli ascoltatori corrisponde una tenuta dei ricavi. Quella va di pari passo con la nostra economia. E non è un caso che molte emittenti locali abbiano chiuso i battenti negli ultimi anni. Decollano invece molte grandi radio private con Rtl 102.5 che si conferma leader incontrastata del mercato delle frequenze.
Non sembra, invece, passarsela molto bene l’emittenza pubblica della Rai. Che dà qualche segnale preoccupante anche per quanto la radiofonia. I radioascoltatori risultano in calo rispetto allo scorso anno, ma il direttore di RadioRai, Roberto Sergio, si è detto soddisfatto per quella che reputa una sostanziale tenuta negli ascolti. I dati sono stati snocciolati dal Tavolo editori radio (Ter) e, Sergio, ha difeso il suo operato: “Il nostro risultato si conferma in linea con il pari periodo del 2016”. Le tabelle, però, mostrano la perdita di migliaia di ascoltatori per Radio1, Radio2 e Radio3. Circostanza che non è sfuggita al segretario della Commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi: “Sorprendente che il direttore di Radio Rai li accolga con soddisfazione”. Le critiche del deputato de Pd si spostano poi ai piani alti di viale Mazzini: “Siamo di fronte alla conferma di quanto sia stata sbagliata e dannosa la strategia di gestione del settore radiofonico: un anno fa l’azienda ha deciso di sostituire l’allora direttore di Radio1 Mucciante, che numeri alla mano stava risollevando gli ascolti, per avvicendarlo senza alcuna motivazione con Montanari, sostituito a sua volta neanche un anno dopo con Greco” (Montanari è stato nominato direttore del Tg1 e quindi avvicendato alla Radio, ndr).
Chi dorme sonni tranquilli – Nell’emittenza privata sono molti, invece, gli esempi d’eccellenza oltre Rtl 102.5. Crescono, e non poco, Rds, Radio Italia e Radio Deejay. Bene anche le emittenti radiofoniche della galassia Mediaset, quali Virgin Radio, Radio 105 e R 101. Una precisazione è d’obbligo: da quest’anno le rilevazioni vengono effettuate dal Ter e, rispetto al precedente monitoraggio di Radiomonitor, sono cambiate le metodologie di raccolta dati, istituti di ricerca e periodo rilevato. Il raffronto, per forza di cose, non può essere quindi perfettamente omogeneo. Ma in ogni caso i dati non possono essere sottovalutati. Quello radio è ancora un mercato in salute. Per restare on air, però, non sono ammessi passi falsi. Ecco perché questi dati hanno un valore molto indicativo della situazione.