di Marco Castoro
Il piano industriale di Luigi Gubitosi approda nel cda che oggi dovrebbe approvarlo. Per poi metterlo a punto nelle sedute del mese di aprile. Ci sono 12 cantieri in lavorazione che sfoceranno in 4 macro aree: 1)Risorse umane-Ricavi, 2)Editoriale, 3)Tecnica e 4)Finanziaria. All’interno di queste strutture verranno inglobate tutte le direzioni. Alla fine i direttori che rispondono direttamente al d.g. si ridurranno di 15 unità, dagli attuali 43 diventeranno 28.
Chi al posto di Zuppi?
Come anticipato da Lanotiziagiornale.it Marco Zuppi, direttore Internal Auditing, è stato rimosso dall’incarico. Una figura prestigiosa all’interno del partito Rai, visto che è molto stimato e apprezzato negli ambienti cattolici, nonché ex capo dello staff dell’allora direttore generale Claudio Cappon. Per il suo sostituto si fanno i nomi di Piero Gnudi e di Mauro Miccio. Con il primo in pole position, secondo i rumor, ma non è da escludere una soluzione interna che permetta di risparmiare soldi.
Notturni, badge sotto controllo
L’accordo tra la Rai e l’Usigrai è stato firmato. I badge dei tornelli potranno essere utilizzati dall’azienda per controllare gli orari di uscita dei giornalisti (il notturno scatta dopo le 23, mentre dopo le 5,30 scatta l’alba).
I “martiri” del Tg1
Le prossime elezioni sono dietro l’angolo e le truppe cammellate devono essere pronte alla battaglia. A Viale Mazzini in molti parlano di inciucio tra i vertici, legati a Monti, i cattolici e il Pd. Il Tg1, ad esempio, è stato spesso indicato come fossa del centrodestra, dopo che Susanna Petruni ha perso la conduzione delle 20, Francesco Giorgino il posto di responsabile del politico e il vicedirettore Gennaro Sangiuliano è stato spostato dal tiggì delle 20 a quello delle 13.30. Tuttavia sembra giusto sottolineare che Petruni e Giorgino hanno dovuto scegliere un incarico tra la conduzione e il mandato. La prima ha scelto la vicedirezione, il secondo la conduzione delle 20. Non c’è stato nessun accanimento nei confronti dell’ex capo del politico, scelto come conduttore per le edizioni straordinarie sulle elezioni e sulle fumate da piazza San Pietro. Tra l’altro i suoi colleghi, Attilio Romita in primis, non hanno digerito facilmente le decisioni prese dal direttore Mario Orfeo. Il centrodestra, in verità, può lamentarsi per le scelte adottate sulla nomina del capo del politico. Al posto di Giorgino, infatti, è stato chiamato Mario Prignano, ex minzoliniano di ferro, ma non Pdl di prima generazione. Sangiuliano è l’unico direttore che è in possesso di una delega (anche se ha perso la cultura, gli è rimasto il Tg1 Economia) e c’è da pensare che sia stato spostato alle 13,30 pure perché stiamo parlando della stessa fascia oraria. Qualcuno si è lamentato anche per come è stata trattata la pupilla lanciata da Giorgino, Maria Soave, anche se quest’ultima può vantare due conduzioni, 60 secondi e il Tg1 notte. È caduta in piedi pure Sonia Sarno (quota Lega e al seguito di Berlusconi quando era a Palazzo Chigi), che conduce le edizioni del mattino. Stefano Campagna di recente è stato promosso vicecaporedattore grazie all’intervento di Orfeo in commissione paritetica, intervento vincolante che ha sbloccato la questione dopo una lunga attesa. Chi invece, a ragione, può lamentarsi è Costanza Crescimbeni che aspetta ancora la nomina a vicecaporedattore. Un’altra giornalista inquieta è l’inviata Marilù Lucrezio. Si lamenta con il suo capo degli esteri, Nicoletta Manzione, perché viene troppo spesso superata dagli altri due inviati, Duilio Giammaria (vincitore di recente del premio Agnes) e Alessandro Cassieri. Anche Luigi Monfredi è rimasto a bocca asciutta. Chi invece continua a bruciare le tappe è Cecilia Primerano, molto stimata dal direttore, che segue il Pdl e Berlusconi.