dalla Redazione
Il Tar del Lazio ha accolto i ricorsi della Rai contro le decisioni dell’Autorità garante nelle comunicazioni che aveva ordinato all’azienda di viale Mazzini aria di Servizio Pubblico di assicurare, nel ciclo del programma “Che tempo che fa” e nel ciclo del programma “In mezz’ora” , adeguato spazio al Pdl, in quanto soggetto politico, ripristinando parità di trattamento. Il procedimento era stato avviato dopo un esposto presentato dal presidente del Gruppo Pdl alla Camera, Renato Brunetta, nel quale si lamentava che nelle trasmissioni televisive nel periodo compreso tra settembre 2012 e maggio 2013, su 60 puntate trasmesse, sarebbero stati ospitati molti più esponenti riconducibili all’area del centro-sinistra rispetto ad ospiti riconducibili alla coalizione di centro-destra.
Il giudice amministrativo – riferisce la Rai – ha ritenuto illegittimi i provvedimenti dell’Agcom stabilendo che “come appropriatamente osserva la ricorrente”, l’Authority “ha qui applicato ad un programma di informazione le regole e i canoni, di tipo quantitativo, stabiliti dall’ordinamento per i programmi di comunicazione politica nel periodo elettorale, e per cui esiste una disciplina speciale nella 1.L. 22 febbraio 2000, n.28: per valutare la correttezza dell’informazione fornita da In 1/2 ora, e’ stato cioe’ predisposto un semplice calcolo statistico sulle presenza (a prescindere se, in specie, le appartenenze degli intervistati siano state correttamente individuate), e su tale fondamento si e’ pervenuti al provvedimento gravato”. Inoltre lo stesso Tar ha affermato in entrambe le motivazioni che “invero per chi legittimamente dispone ed e’ responsabile del medium, la
liberta’ d’informare include anche quella di stabilire, secondo esperienza ed a proprio rischio professionali, a quali informazioni politico-sociali l’opinione pubblica sia maggiormente interessata in un determinato momento, scegliendo egli per conseguenza quale prodotto informativo offrire,
secondo il format impiegato”.