Matteo Salvini è solo “un chiacchierone”: nessuno ha investito nelle periferie quanto la giunta Raggi. Tutti i candidati sindaco continuano a parlare di grandi progetti infrastrutturali per Roma. In realtà “sanno solo copiare i nostri progetti e spesso lo fanno anche male”: si tratta di proposte che l’attuale giunta ha già inserito nel Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile). A dirlo è il vice sindaco e assessore alla mobilità di Roma, Pietro Calabrese.
Il leader della Lega continua a sostenere che avete abbandonato le periferie. La sindaca Raggi replica sostenendo che nessuno vi ha mai investito tanto come la sua giunta.
“Salvini è solo un chiacchierone. Come ha già detto Virginia, nelle periferie noi abbiamo investito come nessun altro: in media il bilancio di ogni Municipio è aumentato di minimo il doppio. Solo per quanto riguarda la mobilità, abbiamo portato i nuovi bus proprio nelle periferie e riorganizzato la rete in molte aree per renderla più efficiente. Abbiamo rifatto le strade, riqualificato scuole, portato illuminazione e fognature in tutte le zone che gli attuali alleati della Lega Nord avevano completamente abbandonato”.
Come procede l’attuazione del Pums?
“A gonfie vele, tanto che con la memoria di giunta della scorsa settimana abbiamo chiuso il lavoro portato avanti nei due anni successivi alla sua adozione. La novità più importante riguarda l’avvio della realizzazione dello scenario tendenziale, la cui attuazione era originariamente prevista oltre l’orizzonte dei 10 anni. Parliamo di opere fondamentali, come la Metro C sulla Cassia e la tranvia Tor Bella Monaca-Torre Angela-Anagnina, a cui abbiamo aggiunto il grande progetto di Italo Insolera per il tram sul Lungotevere. Ma anche della trasformazione in metro e diramazione della Roma-Lido sino allo scalo di Fiumicino, su cui a marzo del 2020 abbiamo anche presentato uno studio alla Regione Lazio, proprietaria della linea, ma Zingaretti non ci ha ancora risposto. Lo farà sicuramente dopo il voto, ma così avrà aggiunto un altro anno e mezzo ai decenni di ritardi su una delle linee con domanda potenziale più alta d’Italia”.
Avete già ottenuto risorse dal ministero per la realizzazione di tranvie e funivie. Contate di poter ottenere altri fondi in futuro?
“Col ministero abbiamo condiviso un nuovo assetto, la Capitale di fatto sarà un modello per gli altri enti locali che devono realizzare il Pums. Viene superato il finanziamento per singolo progetto, per finanziare dei programmi con opere integrate fra loro, secondo un assetto che tiene conto del finanziamento complessivo per l’intero piano, per realizzare il correlato ‘progetto di rete’. Per le tranvie questo obiettivo è di fatto raggiunto, essendo stata finanziata la progettazione di tutti i 67km di nuove linee. Portare avanti in contemporanea chilometri di infrastrutture è una attività molto complessa, ma è il solo modo per colmare rapidamente il gap che separa Roma da altre capitali europee”.
Avete già un cronoprogramma per l’attuazione di alcune opere?
“Il nostro obiettivo è realizzare i lavori entro il Giubileo del 2025 per le tranvie e le funivie per le quali abbiamo già ottenuto i fondi e relativi commissariamenti dal ministero per accelerarne i lavori. Parlo ad esempio della Termini-Vaticano-Aurelio, un progetto pensato per il Giubileo del 2000 e poi finito nel dimenticatoio che noi abbiamo rielaborato, della tranvia Togliatti e della linea sulla Tiburtina, ma anche delle funivie Casalotti e Magliana e della tranvia Termini-Tor Vergata”.
Per la rete metro il Pums cosa prevede?
“Nel Pums abbiamo inserito tutti i progetti relativi all’ampliamento della rete metro già contenuti nel Piano Regolatore Generale, aggiungendo anche ulteriori ramificazioni frutto del confronto costante con i territori, come la linea D a Corviale ed il prolungamento della linea B sull’asse Eur-Tor de’ Cenci, che come illustrato nella recente memoria prenderà il posto della Filovia immaginata anni fa. E’ importante però che i progetti delle metropolitane possano essere realizzati e finanziati in modo più rapido rispetto al passato. I bandi ministeriali non bastano, in quanto troppo poco capienti per opere grandi e costose come le metropolitane. Per questo insieme al ministero abbiamo scelto un assetto diverso a fronte delle inefficienze ereditate dalle precedenti amministrazioni. Se saremo riconfermati, potremo dare a Roma la rete metro più lunga d’Italia”.